2084 La Fine del Mondo (2015, edito in Italia da Neri Pozza Editore 2016) è un romanzo dello scrittore algerino Boualem Sansal. Non nuovo a romanzi, Sansal è stato nominato per il Premio Nobel alla Letteratura e con questo suo 2084 La Fine del Mondo ha voluto rendere un chiaro omaggio al mitico 1984 di Orwell, rileggendolo tuttavia in chiave moderna (e dannatamente attuale).
2084 La fine del Mondo: la trama
Abistan. Uno Stato sovrano, una Teocrazia conservatrice e oscurantista, dove tutto ruota attorno al culto per Yölah e per Abi, suo Delegato. Le giornate del popolo, ignorante e controllato, sono scandite dalle preghiere, dalle esecuzioni di massa, dai notiziari trasmessi da grandi schermi lungo le strade che narrano di una guerra sempiterna contro il Nemico. La cultura, la lingua, l’amore e la morte sono regolate dal Gkabul, il testo sacro scritto da Abi su ispirazione di Yölah.
Ati è uno scettico, ma non è nato così. È sempre stato timoroso e ossequioso, nel rigido tran tran quotidiano e nei controlli periodici eseguiti dai Civici, corpo volontario di cittadini che battono le strade alla ricerca di miscredenti e traditori. Quando però Abi viene spedito ai margini dell’Abistan, vicino alla famigerata Frontiera, per farsi curare dalla tisi in un sanatorio e lì sfiora la morte con un dito, inizia a dubitare.
Inizia a farsi delle domande, sconvenienti come l’anelito di libertà che le accompagna e che lo porteranno alla più grande avventura della sua vita. A rafforzare i suoi dubbi, dopo quasi due anni di esilio, durante il viaggio di ritorno a Qodsabad (la Capitale, la sua città), Abi fa la conoscenza di Nas, un archeologo inviato del Governo Centrale incaricato di indagare sui resti di un villaggio misterioso rinvenuto nel bel mezzo del deserto. Quel villaggio si rivelerà pericoloso, perché porta con sé le tracce di una civiltà altra, antecedente all’Abistan, fatto questo che collide in maniera detonante con gli insegnamenti del Gkabul.
Con 2084 Sansal ha voluto rendere omaggio a 1984 di Orwell (ci sono alcuni chiari richiami), a rileggerlo in chiave mediorientale, a provare a immaginare cosa potrebbe portare il fanatismo religioso se esasperato alle estreme conseguenze. Un romanzo non sempre di fluida lettura, soprattutto nella parte iniziale, ma che sa coinvolgere il lettore e attivare processi di riflessione profondi sulla realtà in cui viviamo.
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