Articolo aggiornato giorno 15 Giugno 2024
Voyager for the Cheyenne è un libro di Lance Henson, edito da Mauna Kea. Lance Henson torna a far parlare di sé con la sua nuova opera, confermandosi ancora una volta come uno tra gli autori più significativi nell’ambito della letteratura statunitense. Il libro, edito dalla Mauna Kea Edizioni sita in San Benedetto del Tronto, si propone come un vero e proprio inno alla vita, tenendo conto del retaggio culturale dello scrittore, il cui forte legame è ancora oggi presente, riversandosi come un fiume in piena sulle pagine.
Nato a Washington DC nel Settembre del 1944, Lance Henson è da sempre rimasto fortemente legato alle sue ancestrali origini, grazie anche ai suoi zii che lo hanno allevato insegnandogli ad amare le sue origini. Residente in Italia da diversi anni, Henson non ha mai dimenticato le sue origini Cheyenne; l’amore per la sua storia e per la sua cultura, infatti, fungono da carburante per raccontare la filosofia di vita di un popolo che ha fatto del rispetto e dell’amore per la natura un vero e proprio inno all’esistenza.
Voyager for the Cheyenne: la recensione
Voyager for the Cheyenne si presenta subito in maniera nuda e diretta: l’opera, infatti, valorizza concetti semplici ed universali come il legame con il proprio spirito e con il proprio io, ponendo la natura in un rapporto dominante, e lasciando che l’uomo con le sue imperfezioni venga soggiogato da essa.
L’opera consta di una serie di poesie di difficile comprensione, soprattutto per il cosiddetto ”uomo bianco”. Difatti, esse, propongono una visione della vita fortemente naturalista, portando il lettore in viaggio sia terreno che spirituale. Non scende a patti Lance Henson: l’opera è priva di punteggiatura, scelta che si rivela essere una sorta di dichiarazione di guerra ad un popolo nemico che ha spogliato i nativi Cheyenne della loro cultura, delle loro tradizioni e della loro dignità di uomini.
Una silenziosa battaglia contro un occidente fortemente capitalista, svestito di tutti i principi che delimitano il confine tra uomini e bestie. E’ sicuramente forte il risentimento che Henson prova nei confronti di un mondo votato al denaro e al profitto che non ha lasciato scampo ad altri sentimenti, sacrificando l’invisibile cordone ombelicale che unisce gli uomini alla natura e alla semplicità, sull’altare del guadagno indiscriminato. Henson critica l’uomo bianco, vedendo in lui una sorta di incompletezza che non è in grado di colmare in modo alcuno, se non con la prevaricazione sui più deboli.
In definitiva l’opera di Lance Henson si presenta in tutta la sua semplicità. Senza fronzoli e senza troppi giri di parole, il poeta accompagna il lettore in un percorso interiore con l’intento principale di fargli ascoltare il tacito pianto di un popolo che fu privato di tutto.
L’assenza di punteggiatura, le metafore complesse e la grande introspezione costituiscono i punti essenziali di un’opera che ha tutta l’aria di rappresentare un riscatto sociale per un intero popolo, facendo assurgere alla dignità di esseri umani tutti i nativi americani che furono privati di tale inviolabile diritto. L’opera costituisce anche una sorta di testamento spirituale e di monito per tutte le generazioni future.
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