Articolo aggiornato giorno 5 Aprile 2016
La metamorfosi narra la vicenda di un uomo che nel silenzio notturno della sua stanza dopo sogni inquieti scopre d’essersi trasformato in un grosso scarafaggio.
La particolarità che ha reso questo racconto un classico della letteratura novecentesca è il fatto che accanto alla metamorfosi fisica del personaggio ve n’è un’altra, ben meno visibile ma altrettanto drastica, che riguarda il mondo affettivo esterno a Gregor.
La Metamorfosi di Kafka un best seller mondiale
Il nuovo mondo è ben rappresentato nei momenti in cui il padre, uomo solo in preda all’incomprensione ed all’angoscia, inizia a lanciargli mele una dietro l’altra senza curarsi delle ferite che procura a quello che è ancora suo figlio seppur nella nuova veste;
E dalla sorella, che all’inizio tenta di accettare il nuovo stato di Gregor, ma infine esasperata la ritroveremo a dire decisa: “dobbiamo cercare di sbarazzarcene”. E per azzittire i morsi della coscienza la sentiamo aggressiva convincere se stessa e i famigliari che quello non è Gregor, Non può essere lui.
Ed è sempre allo scopo di far quadrare i conti con la propria coscienza, che la vittima spogliata della sua stanza e di tutto ciò che possedeva, compreso il ruolo di figlio diventa di colpo il carnefice che aspira ad impadronirsi di tutto l’appartamento.
Così il povero Gregor mestamente fa ritorno nella sua buia stanza diventata nel frattempo un ripostiglio degli oggetti da buttare. E lì, solo, scheletrico e pieno di polvere con la mela ormai marcita ancora infissa nella schiena ma che oramai non doleva più… pensava che del resto si sentiva relativamente bene – quando alle 3 del mattino fece la sua scomparsa esalando quell’ultimo fievole respiro.
Ma il destino nemmeno alla sua morte volle render onore, perché era uno scarafaggio, e che dentro ci fosse ancora Gregor quello poco importava…
E alla vista di quell’essere che anche scosso da colpetti di scopa non si muoveva la donna a ore non ci pensò due volte nel gridare: Venite un po’ a vedere: è crepato! E’ là steso, proprio bell’e stecchito!”
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