L’inverno più nero di Carlo Lucarelli

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Articolo aggiornato giorno 14 Giugno 2024

L’inverno più nero è l’ultima avventura del Commissario De Luca scritta da Carlo Lucarelli a trent’anni dalla trilogia dei primi anni ’90 (“Carta bianca”, “L’estate torbida” e “Via delle oche”) in cui il Commissario ha fatto la sua prima apparizione.

Torna un De Luca del tutto diverso da quello conosciuto in “Carta bianca”, non più incurante delle prassi e delle regole ma, come negli altri due romanzi della trilogia, pressato dalla paura che gli possa succedere qualcosa. Lucarelli, maestro indiscusso del genere noir (che in questo romanzo, così come in “Blu notte” è rievocato anche dal titolo dalle tinte “oscure”), non nasconde la sua propensione per gli aspetti più nascosti delle vicende.

Probabile “deformazione professionale” dopo un passato trascorso alla conduzione di trasmissioni televisive che ripercorrevano casi criminali rimasti irrisolti e dai tratti oscuri. Lucarelli è entrato di diritto nell’Olimpo degli autori italiani di romanzi gialli ma anche di saggi e sceneggiature noir.

L’inverno più nero: la recensione

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L’inverno più nero è ambientato nella Bologna del 1944 occupata e oppressa dai bombardamenti dell’epoca bellica ed è proprio in questo scenario che il Commissario De Luca, componente della polizia politica di Salò, dovrà indagare sulla misteriosa morte di ben tre persone, ritrovate nel centro della città a breve distanza di tempo e di spazio l’una dall’altra.

Per risolvere questi casi così complessi, commissionati da ben tre persone che si fidano ciecamente del suo intuito e talento, il Commissario sarebbe disposto a perdere persino la sua integrità morale, tuttavia ha l’opportunità di riscattarsi e di operare nella maniera più giusta per trovare finalmente il “bandolo della matassa” e risolvere i casi a lui assegnati.

Tanto più che sono tanti gli interessi in gioco dato che i cadaveri appartengono a persone di rilievo: un ingegnere, un professore universitario e un notaio. A complicare il tutto è che “nulla è come sembra” e una volta raggiunta una certa soluzione, in qualche modo viene smentita e bisogna ricominciare tutto daccapo, in un clima di suspense, mistero e paura crescente.

A mio avviso “L’inverno più nero” di Carlo Lucarelli rappresenta un’opera completa che riesce a far rivivere al lettore anche la terribile situazione storica vissuta dall’Italia in quel periodo (in particolare di Bologna), dilaniata dalla guerra che sta quasi per finire ma che lascia dietro di sé il peso della ricostruzione, del ripartire e riprendersi dalla povertà e dai drammi bellici. Ambientare tre delitti in questo scenario è una scelta voluta dall’autore proprio per far acquisire a noi lettori la consapevolezza di ciò che è stato e di non dimenticare il passato, cosa che spesso l’Italia ha fatto, pagandone le conseguenze.

Un altro aspetto che salta all’occhio nella lettura del romanzo è il tormento interiore vissuto dal Commissario De Luca, un “eroe indebolito”, perennemente combattuto fra il fare la cosa giusta o compromettersi moralmente, questa continua lotta fra giusto e sbagliato, bene e male che spesso accompagna le vite di ciascuno di noi quando si deve prendere una decisione.

Scandire il racconto in tre parti (omicidi, indagini e assassini) rende la lettura scorrevole e chiara nonostante inizialmente ci possa essere una confusione legata alla presenza di ben tre delitti sul quale indagare. Il filo conduttore è comunque la Bologna di quel tempo, l’atmosfera confusa, disordinata e ambigua dell’epoca, che si rivive anche in De Luca che ha paura di compiere delle azioni contrarie ai “piani alti”. Tutto questo contribuisce alla creazione di un giallo ben architettato, avvincente e che lascia con il fiato sospeso fino all’ultima pagina.

Giovanni
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