Articolo aggiornato giorno 23 Maggio 2024
L’ultimo inverno di Rasputin di Dmitrij Miropol’skij è un libro edito da Fazi nella collana Le strade nel 2019. Si compone di 778 pagine ed è disponibile in versione cartacea oppure ebook.
L’ultimo inverno di Rasputin: la recensione
L’ultimo inverno di Rasputin dell’autore Dmitrij Miropol’skij racconta il ritrovamento in Russia del cadavere di Grigorij Rasputin, nell’inverno del 1916. Chi era quest’uomo e quale influenza ebbe sulla famiglia imperiale? Rasputin, dalle caratteristiche fisiche a dir poco raccapriccianti-c’era chi lo credeva un demone-apparve come dal nulla dalla Siberia in aiuto alla famiglia imperiale.
Si definì un monaco, ma cosa fosse di preciso non si è mai saputo, se non un ciarlatano capace di arricchirsi, e di arricchirsi enormemente (si diceva nuotasse in una vasca di rubli) alle spalle dello zar e della zarina. Nel libro L’ultimo inverno di Rasputin l’inizio racconta il ritrovamento del suo cadavere, ma un po’ alla volta l’autore, un po’ seguendo i fatti storici un po’ romanzando, racconta chi fosse quest’uomo. Nel 1916 l’Europa era in guerra e la Russia non sapeva che ne sarebbe stato del suo impero.
A governare era lo zar Nicola II Romanov, erede di una centenaria dinastia che aveva guidato la Russia, con la zarina Alessandra. Sarà quest’ultima a credere maggiormente all’influenza di Rasputin, specialmente quando quest’ultimo finge di essere in grado di guarire dall’emofilia lo zarevic, l’erede al trono Alessio. Da quel momento Rasputin viene accolto a corte e pagato lautamente per i suoi servigi, si circonda di uno stuolo di ammiratrici, ma cresce, di pari passo, il malcontento dei nobili e del popolo contro questo individuo diabolico.
L’ultimo inverno di Rasputin di Dmitrij Miropol’skij traccia un quadro su chi era Rasputin, fino al complotto che portò alla sua morte. Fu un complotto ben organizzato, organizzato da nobili stanchi dell’influenza che Rasputin aveva sulla famiglia imperiale. Eppure, proprio come un demone, Rasputin si rifiutò di morire pur essendo stato avvelenato, colpito a morte, raggiunto da colpi di proiettili, fino a quando il suo corpo cadde nel fiume Neva, congelandosi.
Stravolto eppure ancora riconoscibilissimo, così nell’inverno del 1916 viene raccolto dal fiume il corpo di Rasputin, anche se nessuno ancora sa chi sia o chi siano i colpevoli dell’omicidio. Inizia così una spy story alla ricerca della verità, mentre si avvicina anche la fine drammatica dei Romanov, anche questa, pare, profetizzata dallo stesso Rasputin.
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