Articolo aggiornato giorno 23 Maggio 2024
Il ventre di Napoli è un libro di Matilde Serao edito da Mauna Kea. Il libro Il Ventre di Napoli è un capolavoro partenopeo che descrive Napoli.
Nel libro Il Ventre di Napoli, si parla in modo critico di una città, che per quanto risulti essere magnifica e sia amata dalla scrittrice stessa, ha bisogno di essere migliorata.
Matilde Serao nacque a Patrasso nel 1856 e dopo l’Unità d’Italia ritornò in patria, insieme alla sua famiglia, stabilendosi prima a Carinola e poi a Napoli, iniziò dapprima a lavorare come ausiliaria presso i Telegrafi di Stato e oltre ad essere stata una scrittrice è stata anche una giornalista ed un’imprenditrice. Nel 1926 ha ricevuto il premio Nobel per la Letteratura.
Il ventre di Napoli: la recensione
Leggendo “Il Ventre di Napoli”, riga dopo riga, sembra di essere accompagnati dall’autrice nei vicoletti stretti di Napoli, dove non penetra nemmeno la luce del sole, pullulanti di gente, ma allo stesso tempo teatro di marciume e degrado. In quel periodo Napoli era stata colpita dal colera e sembra che questa epidemia sia quasi come la diretta conseguenza di una città già malata, piena di problemi e spesso dimenticata dalle istituzioni.
Nonostante il periodo difficile, luoghi insalubri e crimini di vario genere, leggendo questo libro viene fuori anche l’identità del popolo stesso, il folklore, gli abitanti di Napoli vengono descritti come persone caritatevoli, che spesso cercano del gioco d’azzardo la possibilità di un futuro migliore, accompagnati, da quelli che sono diventati simboli di riconoscimento mondiale: pizza, mandolino e botteghe degli artigiani.
L’autrice attacca chi gira la faccia dall’altra parte quando si parla dei problemi della città, senza indagare a fondo per comprenderli e, quindi, risolverli.
Verso la fine dell’800, dopo le varie epidemie di colera che colpirono la città, si iniziava a parlare di un risanamento, ma come tutte le opere lasciate a metà, non solo a Napoli, ma in Italia in generale, si iniziarono ad abbattere edifici storici per lasciare spazio a quelli moderni. Nelle case nuove, però, nessuno dei “popolani” ci si trasferì mai e al loro posto, invece, si trasferirono i borghesi, gli unici che potevano permettersi di pagarne l’affitto.
Cosa successe ai popolani? Furono condannati a scendere ancora più in basso e continuarono ad essere vittime di una politica che non è mai stata interessata alla risoluzione delle problematiche territoriali.
Il libro è un concentrato di articoli della Serao e mostra la città nuda, nudi appaiono i suoi abitanti, si notano i pregi e i difetti, l’autrice cerca di dimostrare che spendere soldi rimodernare non sarà mai una soluzione valida se le istituzioni latitano.
Dall’anno in cui è stato scritto questo libro è passato molto tempo, sono 136 gli anni trascorsi, ma risulta ancora molto attuale.
La questione del Sud, in Italia, è una questione che resta aperta ed è una ferita che sembra non risanarsi mai. Finché non ci sarà una vera e propria guerra all’ignoranza, finché le istituzioni continueranno a fingere di non vedere sarà impossibile beneficiare del progresso ed evolvere.
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