Articolo aggiornato giorno 23 Maggio 2024
Giacomo Leopardi Filosofo o poeta saggio e antologia a cura di Paolo Montanari edito da Mauna Loa uscito ad ottobre 2020.
Paolo Montanari è da anni rinomato giornalista e critico letterario, ci ha onorato durante la sua lunga carriera di numerosi e validissimi saggi, articoli e testi sugli autori più amati e su pieghe più o meno inesplorate della letteratura del nostro paese, ma non solo.
Alla fine di un anno che potremmo a ragione definire particolare, Montanari ci fa dono di questo suo testo, pensato e realizzato per l’ambiente accademico e universitario, ma ideale e adatto in realtà a tutti coloro che desiderano avvicinarsi, o rispolverare la conoscenza di un vecchio (solo cronologicamente) autore e personaggio tanto amato e tanto controverso qual è stato il genio di Giacomo Leopardi, sicuramente caro a Montanari, che ne ha presentato i punti più alti già in varie conferenze in giro per la regione Marche.
Giacomo Leopardi filosofo o poeta: la recensione
Nelle 142 pagine della sua antologia Paolo Montanari illustra il percorso di vita e letterario del poeta e filosofo di Recanati riuscendo a farne emergere magistralmente tutta l’incredibile fantasia di pensiero che ha animato le parole nella mente e poi sulle pagine (“le sudate carte”) del giovane pensatore, che ci ha lasciato incantevoli versi, ma anche massime filosofiche imperiture che accompagnano tutt’oggi il nostro cammino su “quest’atomo opaco del male”, come lo definiva l’altro grande poeta italiano dell’infinito, Giovanni Pascoli. Montanari traccia due parallele nella vita creativa e immaginifica di Leopardi, quella poetica e quella filosofica.
Ma questa dicotomia è davvero destinata a non incrociarsi mai?
L’autore ci racconta il periodo giovanile, “i più verd’anni”, durante i quali Leopardi contrappose così mirabilmente la ragione alla fantasia, la cognizione all’immaginazione, in contrapposizione netta e poi sfumata con l’età matura, “la detestata soglia” come definiva la vecchiaia, in cui egli rimugina sul passato infelice (“sconsolato, volgerommi indietro”), conscio del suo destino sventurato (“negletta prole nascemmo al pianto”) e delle occasioni lasciate andare, non perde tuttavia la vivacità e l’acume degli anni passati e si rivolge ad un’analisi della realtà più filosofica (certi critici parlano di una vera e propria conversione filosofica) ma non meno poetica.
Poeta e filosofo dunque, due anime imprescindibili nel corpo martoriato di Leopardi. Il saggio antologico è decorato da Montanari da squisite citazioni biografiche, bibliografiche e critiche su Leopardi e le sue opere, da quelle in prosa come lo Zibaldone e l’Orazione agli italiani, ai versi, come gli Idilli (che contengono le celeberrime poesie “L’infinito” e “Alla luna”), i Canti, le Liriche, fino alle Canzoni (come il noto “Bruto minore”), ai dialoghi delle Operette morali e ai Paralipomeni, l’ultima opera dello scrittore recanatese prima della sua prematura morte, che ne ha cancellato il corpo, ma lo ha di fatto ascritto nel firmamento della letturatura italiana.
Nel vasto insieme dei Canti citati nel libro è presente, amatissimo, “L’Infinito”, che proprio quest’anno ha celebrato i suoi duecento anni, tuttavia, potremmo dire, senza invecchiare di un giorno.
Paolo Montanari ci accompagna in questo percorso con enorme bravura e consapevolezza, permettendo al lettore di avvicinarsi con rinnovata passione ad uno degli autori più amati di tutti i tempi, in patria e all’estero. E sicuramente parliamo di un autore amato da Montanari stesso, che sulla vita e sulle opere di Leopardi ci ha detto tanto, e tanto ha ancora da svelarci.
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