Articolo aggiornato giorno 23 Maggio 2024
C’erano anche SS gentili? è il libro di Hédi Fried pubblicato quest’anno da TRE60. Ha 160 pagine, disponibile cartaceo o ebook.
C’era anche SS gentili?: la recensione
L’autrice di questo libro aveva 19 anni quando fu deportata nel lager di Auschwitz con la sua famiglia. Sopravvissuta anche a Bergen Belsen insieme alla sorella, ha parlato ai giovani rispondendo, anche attraverso questo testo, alle loro domande sull’Olocausto.
C’erano anche SS gentili? di Hédi Fried riporta domande che i ragazzi delle scuole visitate dalla donna le hanno posto, per capire meglio la sua drammatica esperienza ma anche il terribile periodo in cui è vissuta e la crudeltà dell’Olocausto.
Sono domande molto diverse fra loro, da qual è la cosa peggiore che le è capitata al perché Adolf Hitler odiasse gli ebrei, dalle lingue che si parlavano nel campo alla vita quotidiana della donna, ai sogni che faceva, se ha avuto o meno la capacità di perdonare i suoi aguzzini e coloro che hanno ucciso i suoi genitori. I ragazzi chiedono del prima, quando ci si è resi conto del pericolo, ma anche perché non ci si è ribellati, ma anche come sia stato possibile che un popolo intero si sia schierato a favore della politica di Hitler o cosa ricorda del suo arrivo ad Auschwitz.
Tra le domande più interessanti quella che chiede cosa ha aiutato l’autrice de “C’erano anche SS gentili?” a sopravvivere e a poter così tornare vivere dopo la guerra, anche se non nella natia Romania ma in Svezia, insieme alla sorella. Domande e risposte come quella che da il titolo al libro “C’erano anche SS gentili?” o “C’erano anche momenti belli?” tra domande più pratiche come i vestiti indossati dalle deportate.
Hai mai conosciuto uno dei tuoi aguzzini? è un’altra domanda interessante, come quella sulla capacità di credere nell’esistenza di Dio dopo quello che l’autrice ha patito nei campi.
C’erano anche SS gentili’ di Hédi Fried riporta anche domande sul futuro dei giovani come “Cosa possiamo imparare dall’Olocausto?” o “Potrebbe accadere di nuovo?”. Tante domande cui l’autrice non si sottrae, anzi risponde a tutte con semplicità e soprattutto sincerità. Un libro per conoscere la storia di Hédi Fried e della sua famiglia, ma soprattutto per far comprendere ai più giovani cos’è stato l’Olocausto e come l’hanno vissuto i sopravvissuti, grazie a testimonianze come questa che riporta alcune delle domande che i ragazzi delle scuole hanno posto all’autrice durante le sue conferenze. Un libro da leggere, per tutti, per non dimenticare.
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