L’Arte di Correre di Haruki Murakami

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Articolo aggiornato giorno 18 Maggio 2024

L’Arte di Correre di Haruki Murakami, edito da Einaudi e pubblicato il 19 Marzo 2013. Composto da 146 pagine.

L’Arte di Correre: la recensione

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Si tratta di un autobiografia, un diario di memorie dello scrittore Giapponese Haruki Murakami scritto tra il 2005 e il 2006. L’autore in questione racconta le proprie esperienze nella corsa su lunghe distanze, nelle specifico la maratona. Esperienze che si mescolano con la sua storia personale.

Nel 1982 comincia ad intraprendere l’attività da podista. Lo scrittore partecipa attivamente a maratone.  Qualche anno prima, per la punto nel 1981, Murakami decide di chiudere il Peter Cat, il jazz bar che aveva gestito nei precedenti sette anni, per dedicarsi solo alla scrittura e ad uno stile quotidiano più tranquillo. Decise che era giunto il momento di fare un cambiamento radicale nella sua vita. Partendo dalle abitudini che erano diventati malsani come quello di fumare sessanta sigarette al giorno. Così smise con il fumo, e siccome si rense conto che la vita di uno scrittore verge su uno stile di sedentario, sfida se stesso con la corsa. L’obiettivo è: scrivere quattro ore la mattina e nel pomeriggio, correre per 10 e più Km.

La sua giornata comincia alle prime ore del mattino, che sono dedicate alla scrittura, poi esercizio fisico e varie incombenze personali. La sera si dedica a interessi piacevoli come la musica, la lettura e poi a letto presto. Una vita tranquilla concentrata nella scrittura e relazioni umane costruite con i lettori. Un’ora al giorno è dedicata allo jogging. Lo scrittore-maratoneta afferma: così, come nella corsa bisogna mantenere un ritmo costante, anche lo scrivere è governato dallo stesso ritmo. La corsa è un progetto a lungo termine che si realizza quotidianamente con allenamenti costanti, anche la stesura di un libro, presuppone un progetto a lungo termine, parola dopo parola, foglio dopo foglio. Per realizzare tale obiettivo sia nello sport che nella scrittura, bisogna raggiungere quello stato di soddisfazione che ti permette di essere compiaciuto del traguardo raggiunto. Non ha importanza arrivare primo ma fondamentale provare e mettersi in gioco.

Ci racconta, qualche anno dopo, si recò in Grecia e per la prima volta percorse tutto il tragitto classico della maratona. Un esperienza unica, che portò Haruki a partecipare a ventiquattro competizioni come queste, a una ultra-maratona e a diverse gare di Triathlon: competizione che sono costituite da tre prove svolte in successione, che sono comuni a tutti atleti: ciclismo, nuoto e corsa.

Haruki Murakami, ci fa comprendere che qualsiasi età noi abbiamo, possiamo sempre correre la nostra maratona della vita, in cui non è fondamentale arrivare primi, ma raggiungere comunque il traguardo facendoci forza solo sulle nostre capacità. Non ha importanza il lungo tempo che si impiega nell’affrontare la sfida, l’essenziale è provare gioia, e vedere negli sbagli un insegnamento per migliorare.

Il libro porta alla luce i limiti dell’uomo, capace di sacrificio e impegno per ottenere i risultati in tutti i campi dell’esistenza umana. Alla fine del diario si trovano le foto dello scrittore-maratoneta mentre corre e all’arrivo quando taglia il suo traguardo.

Giovanni
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