Articolo aggiornato giorno 18 Maggio 2024
Il prigioniero del cielo di Carlos Ruiz Zafon, edito da Mondadori e pubblicato il 24 Febbraio 2012. Composto da 350 pagine. Il prigioniero del cielo, rappresenta il terzo capitolo della serie “Il cimitero dei libri dimenticati”.
Il prigioniero del cielo: la recensione
Dicembre 1957, a Barcellona è inverno siamo sotto Natale, anche se la guerra passata ha lasciato miseria e dolore. Daniel Sempere dirige la libreria di famiglia assieme al padre e al fedele Fermín.
Una mattina uno sconosciuto, entra in libreria, è compra un’edizione di pregio di “Il Conte di Montecristo” e chiede che la si consegni subito a Fermín, con una dedica inquietante. Si aprono così le porte di un passato maledetto e antichi fantasmi tornano a sconvolgere il presente di Fermìn attraverso i suoi ricordi.
Nella Barcellona del 1957 è già arrivato il Natale. Dicembre si presenta come un inverno lungo è molto freddo, oscuro e pieno di nebbia. La città sta affrontando le conseguenze che la guerra ha portato. Miseria, dolore, morte, di fronte a questo orrore, c’è solo la speranza di ricominciare che viene dai bambini presi per i preparativi del Natale che si avvicina.
Daniel Sempere, (protagonista nel primo capitolo “l’ombra del vento”), lo ritroviamo sposato, a capo della direzione della libreria di famiglia, insieme al padre e all’amico fedele Fermìn.
Una mattina, entra in libreria un uomo sconosciuto dall’aspetto inquietante, zoppo e senza una mano è dallo sguardo minaccioso. L’uomo acquista un’edizione di grande pregio di “Il Conte di Montecristo”, pagandola tre volte in più del suo valore, è restituendola immediatamente a Daniel, per consegnarla a Fermìn con una dedica al quanto inquietante: “Per Fermìn Romero de Torres, che è riemerso tra i morti e ha la chiave del futuro”.
Quel gesto, sarà la conseguenza dell’apertura delle porte del passato, in cui fantasmi antichi sconvolgeranno il presente attraverso i ricordi di Fermìn. Daniel, per conoscere una verità dolorosa che gli è stata nascosta, fino adesso, dovrà addentrarsi in un epoca maledetta, calandosi nelle oscure viscere delle prigioni del Montjuic, per scoprire quale ambiguo patto legava David Martìn (il narratore di “il gioco dell’angelo”), al suo carceriere Mauricio Valls.
Il prigioniero del cielo. In questo terzo romanzo della quadrilogia di “Il cimitero dei libri dimenticati”, Zafon fa un balzo indietro verso il passato. L’autore ci ripresenta i protagonisti precedenti dei romanzi della serie, come Daniel presente nel primo libro “L’ombra del vento” che scopre di avere qualcosa che lo collega a David, protagonista del secondo libro di “Il gioco dell’angelo”. I vicoli oscuri e densi di nebbia della Barcellona dopoguerra, fanno immergere il lettore in un atmosfera del passato di Fermìn al quanto poco chiara, diradandosi ogni tanto per far scorgere un barlume di verità.
Con l’entrata in scena dell’uomo sconosciuto, lo scrittore cerca di dare una spiegazione ai quesiti che erano rimasti in sospeso nei primi due capitoli. Riusciremo a conoscere cosa realmente è successo a David Martìn, alla madre di Daniel Isabell, inoltre verrà svelato chi realmente è Fermìn Romero de Torres. L’amicizia che lega Fermìn e Daniel, anche se all’inizio del libro non da quell’impressione, si rivelerà la base in cui è incentrato il romanzo.
Ricordiamoci, che se per conoscere i segreti rimasti nascosti nei primi due capitoli è servita la stesura di “Il prigioniero del cielo”, è pur vero che, per conoscere le risposte rimaste in sospeso in questo terzo romanzo è necessario che l’autore pubblichi il quarto ed ultimo libro “Il labirinto degli spiriti” che segnerà la fine della serie di “Il cimitero dei libri dimenticati”.
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