Articolo aggiornato giorno 27 Dicembre 2021
Una fiaba dai toni anche sognanti, ma che contiene risvolti duri e anche drammatici. Una narrazione che riprende la metafora del viaggio, in questo caso con un treno che corre per la sconfinata steppa kazaka; questo è lo scenario di “La fiaba nucleare dell’uomo bambino” di Hamid Ismailov.
E’ così che un viaggitore incontra Erzhan, un violinista che sembra un ragazzino ma è in realtà un adulto. Nato a seguito di una violenza, cresciuto in una grande famiglia in un paesino che vive solo grazie alla stazione, la sua vita è stata segnata dalla Guerra Fredda; il tempo in cui si facevano esperimenti nucleari. Così un tuffo nel Lago Morto ha congelato il suo corpo in quello di un undicenne, ed Erzhan non è cresciuto più.
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