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Articolo aggiornato giorno 14 Dicembre 2024
I bambini del treno di Luca Crippa e Maurizio Onnis, pubblicato nel gennaio 2024 da Libreria Pienogiorno, è un libro toccante che racconta una storia vera ambientata durante uno dei periodi più bui della storia umana: la Seconda Guerra Mondiale. Con le sue 256 pagine, il libro si addentra nelle vicende drammatiche di bambini ebrei deportati al campo di concentramento di Bergen-Belsen, dove la vita era un atto di resistenza quotidiana contro un orrore inimmaginabile.
Crippa e Onnis, autori noti per la loro capacità di affrontare tematiche storiche con sensibilità e rigore, ci regalano un’opera che è al tempo stesso un documento di memoria e un omaggio al coraggio, alla speranza e alla resilienza. Il libro è disponibile in formato cartaceo, Kindle ed eBook, rendendolo accessibile a tutti coloro che desiderano immergersi in questa storia indimenticabile.
I bambini del treno: la recensione
Al centro del racconto ci sono due fratelli, Marc e Stella Degen, partiti da Amsterdam a bordo di un treno diretto a Bergen-Belsen, uno dei lager nazisti più tristemente noti, lo stesso dove fu imprigionata Anna Frank. I due bambini, insieme a migliaia di altri piccoli deportati, rappresentano l’immagine dell’innocenza strappata alla normalità della vita quotidiana e trascinata in un incubo. Il viaggio sul treno è raccontato con intensità emotiva, sottolineando il senso di smarrimento e paura che avvolge i piccoli protagonisti.
Ma nel buio del campo emergono anche figure straordinarie come quella di Luba Tryszynska, una prigioniera polacca sopravvissuta ad Auschwitz, che diventa una sorta di “angelo custode” per i bambini. La sua figura è il fulcro attorno a cui ruota il libro, incarnando il potere della solidarietà e dell’umanità anche nei contesti più disumani.
Luba Tryszynska: un’eroina nell’ombra
Luba, un’infermiera polacca deportata a Bergen-Belsen, si distingue per il suo coraggio e la sua dedizione. Già sopravvissuta agli orrori di Auschwitz, decide di dedicare la propria esistenza alla protezione dei bambini presenti nel lager. Il libro racconta come Luba riesca a creare una sorta di “oasi segreta” per i piccoli, nascondendoli, nutrendoli e prendendosi cura di loro nonostante le condizioni disperate.
Per i bambini, Luba diventa una figura materna, una presenza che dona loro un senso di sicurezza in un luogo dove ogni giorno è una lotta per la sopravvivenza. Attraverso il suo esempio, il libro ci invita a riflettere sull’importanza di compiere atti di bontà anche quando tutto sembra perduto. Il suo eroismo silenzioso e la sua straordinaria capacità di resistere agli orrori del lager sono tra gli elementi più commoventi della narrazione.
Il gioco del treno azzurro: un simbolo di speranza
Uno degli elementi più significativi del libro è il “gioco del treno azzurro”, un’invenzione di Luba per regalare un sorriso ai bambini. Prima di salire su quel treno immaginario, ciascun bambino racconta dove vorrebbe andare, e quasi tutti rispondono: “A casa.” Questo semplice gioco diventa un simbolo della speranza che riesce a sopravvivere anche nei momenti più bui.
La metafora del “treno azzurro” contrasta con l’immagine dei veri treni che hanno portato migliaia di innocenti verso i campi di sterminio, sottolineando la tensione tra la dura realtà e il desiderio di libertà e felicità. È un esempio di come il libro sappia raccontare la sofferenza e la resistenza attraverso dettagli carichi di significato.
Una storia di memoria collettiva
La vicenda narrata in I bambini del treno non è solo quella di Marc e Stella, ma quella di migliaia di bambini deportati a Bergen-Belsen e in altri campi di concentramento. Luca Crippa e Maurizio Onnis ci accompagnano in un viaggio doloroso, ma necessario, per dare voce a coloro che per troppo tempo sono rimasti nell’ombra della storia. Per oltre settant’anni, i nomi e i destini di questi piccoli sono rimasti sconosciuti, dispersi nel vento. Questo libro si propone di rimediare a quel silenzio, raccontando una storia che vuole ricordarli tutti.
Gli autori descrivono con delicatezza e precisione la vita quotidiana nel lager, mostrando come i bambini siano stati lasciati soli, senza genitori e senza protezione, in un ambiente dove anche gli adulti facevano fatica a sopravvivere. La capacità di Crippa e Onnis di restituire una visione umana e intima di queste vicende storiche è uno dei punti di forza del libro.
Un’opera di grande intensità emotiva
Lo stile di Luca Crippa e Maurizio Onnis è caratterizzato da una scrittura sobria ma potente, capace di trasmettere emozioni senza indulgere in inutili drammatizzazioni. Gli autori bilanciano con maestria la narrazione dei fatti storici con momenti di grande intensità emotiva, creando un’opera che riesce a toccare profondamente il lettore. Ogni pagina di I bambini del treno invita alla riflessione, ma lo fa con delicatezza, senza mai risultare opprimente.
È un libro che parla di sofferenza, ma anche di speranza, di coraggio e della forza dell’umanità. Questo equilibrio tra dolore e speranza rende il libro un’esperienza di lettura intensa e indimenticabile.
Conclusioni
I bambini del treno di Luca Crippa e Maurizio Onnis è un’opera che merita di essere letta e ricordata. Attraverso la storia di Marc, Stella e degli altri bambini di Bergen-Belsen, gli autori riescono a illuminare uno degli aspetti meno noti della tragedia dell’Olocausto: il dramma dei più piccoli, lasciati soli in un mondo spietato. Il libro è un tributo non solo ai bambini, ma anche a figure straordinarie come Luba Tryszynska, che hanno dimostrato che anche nei momenti più bui l’umanità può resistere.
Con il loro stile diretto e coinvolgente, Crippa e Onnis trasformano una storia dolorosa in un messaggio di speranza e resilienza. Leggere I bambini del treno significa non solo ricordare, ma anche riflettere sul valore della solidarietà e della compassione. È un libro che tocca il cuore e che resterà con il lettore molto tempo dopo l’ultima pagina
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