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Articolo aggiornato giorno 11 Febbraio 2025
Atti umani di Han Kang, pubblicato da Adelphi il 5 maggio 2023, è un’opera potente e dolorosa che ci porta nel cuore della repressione violenta della rivolta di Gwangju, avvenuta in Corea del Sud nel maggio del 1980. Attraverso un intreccio di voci e testimonianze, la scrittrice ci conduce nei meandri più oscuri della brutalità umana, raccontando le sofferenze di chi ha vissuto e subito le conseguenze di quel massacro. Con una narrazione intensa e lirica, Han Kang restituisce dignità a vittime e sopravvissuti, offrendo uno sguardo profondo su una ferita storica che ancora oggi fatica a rimarginarsi.
Atti umani: recensione
Il romanzo è strutturato in una serie di capitoli che danno voce a diversi personaggi, ognuno dei quali racconta il proprio punto di vista sugli eventi legati alla rivolta. Tra i protagonisti incontriamo Dong-ho, un quindicenne alla disperata ricerca di un amico scomparso; Eun-sook, una redattrice perseguitata dalla censura; un anonimo prigioniero, sopravvissuto per caso alla repressione; e una giovane operaia, brutalmente picchiata da un poliziotto in borghese. Ognuna di queste storie si intreccia, componendo un mosaico di dolore, ingiustizia e resistenza.
Uno degli elementi più devastanti della narrazione è la descrizione della palestra comunale trasformata in un obitorio improvvisato, con decine di cadaveri in decomposizione. Il tanfo, i corpi accatastati e la disperazione dei parenti che cercano i propri cari creano un’atmosfera di angoscia e impotenza che permea l’intero romanzo.
Una prosa poetica e spietata
Han Kang è nota per il suo stile sobrio, lirico e al tempo stesso implacabile. Come già dimostrato in “La vegetariana”, la sua scrittura riesce a essere al contempo elegante e tagliente, capace di trasmettere emozioni profonde senza scadere nel patetismo. In “Atti umani”, la sua prosa è caratterizzata da una crudezza necessaria: le immagini della morte e della tortura sono raccontate senza filtri, ma con una sensibilità che evita qualsiasi forma di voyeurismo macabro.
Uno degli aspetti più toccanti del libro è la capacità dell’autrice di esplorare non solo il dolore fisico, ma anche quello psicologico. I sopravvissuti non sono mai davvero liberi dalle atrocità vissute: la paura, il senso di colpa e il trauma li accompagnano per tutta la vita. Anche nei rari momenti di speranza, la violenza del passato incombe sempre sulle loro esistenze.
La memoria di un massacro che si voleva cancellare
In Corea del Sud, per molti anni, il massacro di Gwangju è stato un argomento tabù. Il regime militare che lo aveva perpetrato ha cercato di nasconderne le responsabilità, soffocando ogni tentativo di ricerca della verità. Solo dopo la democratizzazione del paese negli anni ’90, la storia ha cominciato a emergere in modo più chiaro. Tuttavia, ancora oggi, il ricordo di quegli eventi suscita divisioni e tensioni politiche.
Con “Atti umani”, Han Kang compie un’operazione di recupero della memoria, dando voce a chi non ha mai avuto la possibilità di raccontare la propria storia. L’autrice stessa ha spiegato di aver scritto questo libro spinta dal desiderio di comprendere e di dare giustizia alle vittime, in un paese che troppo a lungo ha tentato di dimenticare.
Un libro che interroga il lettore
“Atti umani” non è solo un romanzo storico o una testimonianza: è anche una profonda riflessione sulla natura umana. Come è possibile che l’uomo infligga tanto dolore ai suoi simili? Come si sopravvive a un trauma di tale portata? E soprattutto, è possibile trovare una forma di riconciliazione dopo tanta sofferenza?
Le risposte non sono semplici e Han Kang non offre facili soluzioni. Il romanzo lascia il lettore con un senso di inquietudine e di rabbia, ma anche con la consapevolezza che ricordare è un atto di resistenza. Ogni pagina è una testimonianza della necessità di mantenere viva la memoria di quegli eventi, affinché non si ripetano mai più.
Conclusione
“Atti umani” è un libro necessario, doloroso ma essenziale. Han Kang riesce, con la sua scrittura impeccabile, a trasformare una tragedia storica in un’opera letteraria di altissimo livello. La sua capacità di intrecciare poesia e brutalità, speranza e disperazione, rende questo romanzo una lettura indimenticabile.
Chi ha apprezzato “La vegetariana” troverà in “Atti umani” una scrittura altrettanto potente, ma ancora più impegnata e politica. È un libro che fa male, ma che è impossibile ignorare. Un’opera che dimostra come la letteratura possa essere uno strumento di verità e giustizia, capace di dare voce a chi è stato ridotto al silenzio dalla storia.
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