Eccomi di Jonathan Safran Foer è un libro in cui protagoniste sono da un lato la famiglia, dall’altro la religione. Profondamente interconnesse tra loro, vengono raccontate dall’autore che riassume drammi, dubbi e accadimenti nell’arco di un mese.
Eccomi: la trama
Siamo a Washington e la famiglia protagonista è quella di Jacob e Julia e dei loro tre figli. Jacob da un lato deve ricoprire il ruolo di capofamiglia e dall’altra vuole non dover rinunciare ai suoi sogni, inoltre sente costantemente la responsabilità di essere ebreo, anche quando si è, come in questo caso, ebrei che vivono lontano, negli Stati Uniti.
La vita della famiglia, già scombussolata da problemi dei ragazzi e la quotidianità mai facile si complica ulteriormente quando da Israele giungono dei parenti in visita. Jacob viene travolto da tutto quanto, dai dubbi e le domande dei figli-sarà Sam, uno dei suoi ragazzi, a dire che il sacrificio vero richiesto ad Abramo era rispondere subito alla chiamata, dire subito quell’eccomi che dà il titolo al libro-un nonno con pensieri suicidi, fin quando un terremoto investe il Medio Oriente e con un susseguirsi di eventi si arriva all’invasione dello Stato d’Israele.
Quattro settimane sono il tempo descritto dall’autore in Eccomi e quattro le generazioni presenti nel libro. Si parte con il bisnonno Isaac, sopravvissuto ai campi di concentramento durante la seconda guerra mondiale, passando per il nonno Irving, che fa di tutto per difendere e ricordare le proprie radici, Jacob che diventa un po’ il fulcro tra passato e presente, rappresentato da Sam, il figlio di dodici anni che non si sa fino a che punto “senta” il suo essere ebreo e che praticamente vive in una vita virtuale su Internet.
Le vicende familiari si mescolano alle credenze di ognuno, a quell’essere ebreo che ogni protagonista del libro avverte in maniera diversa ma che c’è sempre, anche se nascosto, anche se si è ebrei che non vivono in Israele ma in America e in questo senso si cerca di far capire anche cosa significa essere ebrei negli Stati Uniti, quanto la religione influisca sulla realtà dei protagonisti di Eccomi.
L’autore si spinge anche un po’ più in là, immaginando un futuro dove lo Stato di Israele non esiste più e dove, ancora una volta, il popolo ebraico si ritroverebbe spaesato, senza patria, in una fuga perenne e alla ricerca di un porto sicuro, come è accaduto fin dai tempi di Mosè e dalla fuga dall’Egitto dei faraoni.
Eccomi racconta una famiglia ma anche il significato dell’essere ebreo attraverso gli occhi di diverse generazioni.
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