Il dio delle piccole cose è l’unico romanzo scritto da Arundhati Roy, infatti dopo aver vinto il Booker Prize con quest’opera, la scrittrice preferì concentrare la sua attività su saggi di natura politica e sociale, tanto da essere considerata una delle figure guida del movimento mondiale anti-globalizzazione.
Il dio delle piccole cose: la trama
Il romanzo fu pubblicato dalla casa editrice Guanda nel 1997, divenne ben presto un best seller internazionale ed è stato pubblicato in edizione speciale dalla casa editrice TEA.
Il dio delle piccole cose è un romanzo semi-autobiografico, racconta molto dell’infanzia dell’autrice ad Aymanam, il villaggio nel distretto di Kottayam del Kerala , in India, che fa da sfondo alla storia dei gemelli dizigoti Estha e Rahel e della loro famiglia.
Arundhati Roy ha cercato di trasmettere l’importanza delle piccole cose della vita, di come influenzino il comportamento delle persone e ha incarnato questo ideale nel dio delle piccole cose, nel personaggio di Velutha, paria o paravan, un intoccabile, la posizione più bassa della scala sociale.
“Le cose possono cambiare in un giorno” è il messaggio principale del romanzo: in un giorno cambierà tutto, un giorno che viene frammentato per tutta la narrazione. Ci sono diversi livelli temporali, passato e presente che si alternano, creando confusione in una storia già di per sé complicata. Il romanzo inizia con il ritorno a casa di Rahel, ormai adulta che guardandosi intorno ricorda un passato che aveva cercato di dimenticare. Così, velocemente, con brevi frasi ci vengono svelati gli eventi più importanti di tutta la storia per poi approfondirli lentamente, di capitolo in capitolo.
Ogni personaggio è ben caratterizzato e ha il suo ruolo nella storia, ma i protagonisti rimangono i gemelli Estha e Rahel, il loro rapporto e i loro affacciarsi al mondo cercando di capirlo: ancora bambini si trovano ad affrontare eventi tragici a cui non sanno dare una spiegazione e che li separeranno per sempre.
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