Articolo aggiornato giorno 24 Novembre 2016
Il Responsabile delle Risorse Umane (2004, edito da Giulio Einaudi Editore) è un romanzo dello scrittore israeliano Abraham Yehoshua (classe 1936), insegnante di letteratura comparata all’Università di Haifa.
Il Responsabile delle risorse umane: la trama
Uno dei tanti attentati suicida in uno dei tanti mercati di Gerusalemme, come molti purtroppo insanguinano il Medio Oriente. Fra gli altri, una donna perde la vita, una in particolare che lavorava presso un grosso panificio.
Un giornalista cinico e (quasi) senza scrupoli sfrutta la situazione per puntare il dito, attraverso la testata per cui scrive, contro la mancanza di umanità dell’azienda che, poco dopo il decesso della donna, non solo non si è fatta pubblicamente viva verso la famiglia ma ha già sostituito la defunta con una nuova lavoratrice. Unico modo per recuperare credibilità è risolvere “diplomaticamente” la questione, e così il vecchio proprietario invia il Responsabile delle Risorse Umane ai funerali della vittima, portando così il cordoglio dell’intera azienda, nella speranza di sanare l’accusa di cinismo e freddezza. Il viaggio del Responsabile, però, si rivelerà (almeno per lui stesso) ben più di una mera presenza scenica, di una comparsata di facciata nel teatro della diplomazia, e si trasformerà in un viaggio dentro sé stesso, alla scoperta di un’umanità perduta forse da tempo, forse mai posseduta, soprattutto in ambiti dove la morte violenta è scandita dalla monotonia della quotidianità e dell’abitudine.
Abraham tratteggia, come di consueto, un personaggio forte, umano, pieno di dubbi e passioni, che sente emergere dei sentimenti cui forse si era completamente disabituato. La necessità di salvare la faccia costringe il suo Direttore a una scelta di comodo (inviare una rappresentanza dell’azienda ai funerali della donna), ma costringe parimenti il Responsabile delle Risorse Umane (e noi che leggiamo il romanzo pagina dopo pagina) a fare i conti proprio con quell’umanità che lui, per primo, dovrebbe conoscere e in un qualche modo valorizzare.
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