In Padrini e padroni. Come la ‘ndrangheta è diventata classe dirigente di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso si cerca di fare un quadro su questa realtà, una sorta di quadro storico che arriva fino ai giorni nostri per denunciare come il malaffare riguardi ormai non solo il sud Italia, non solo la politica a vari livelli, ma un po’ tutt’Italia e molte attività.
Padrini e Padroni: la trama
La corruzione non è una faccenda solo dei nostri giorni, anzi. Affonda le sue radici molto lontano, fin nell’Ottocento e la ‘ndrangheta si è infiltrata ormai in molti settori, non solo nella politica.
Siamo ad inizio Novecento, precisamente nel 1908 quando un terremoto sconvolge le città di Messina e Reggio Calabria. Una tragedia cui si cerca subito di porre rimedio con fondi che, purtroppo, derivano anche in questo caso dalla presenza di boss, non solo locali ma anche altri da tempo emigrati in America. Il risultato sarà una vera e propria baraccopoli, ma non sarà l’unico caso. Come si racconta nel libro “Padrini e padroni”, la stessa cosa si è ripetuta anche in occasioni più vicine a noi, nel 2009 con il terremoto dell’Acquila e nel 2012 con quello che ha colpito l’Emilia. Questi sono alcuni esempi, ma i due autori ne “Padrini e padroni” raccontano come la ‘ndrangheta è stata in grado di arrivare praticamente ovunque.
Si è infiltrata nei lavori per la costruzione del villaggio olimpico di Torino 2006, per la tratta della Tav Torino Chivasso, passando per lo sport, in particolare il calcio, lo sport nazionale, che appassiona moltissimi tifosi, che ha un giro d’affari enorme e su cui la ‘ndrangheta da tempo ha messo gli occhi.
La ‘ndrangheta è riuscita a crescere e ad essere presente in moltissime realtà italiane, dal citato calcio alle scommesse nei casinò, passando per le opere pubbliche, il riciclaggio di denaro e varie attività illecite, grazie anche alla complicità della politica, allo scambio di favori, alle minacce, a discapito delle stesse opere pubbliche. L’incompiutezza di molte opere provoca a sua volta guadagno, ma è l’assuefazione generale verso questo stato di cose che viene narrata in questo libro.
Come se fosse normale per l’opinione pubblica trovarsi di fronte al degrado o ai disastri di tipo ambientale, come se fosse normale che il malaffare prolifichi grazie anche a chi dovrebbe invece denunciarlo e cercare giustizia, a partire dalla costatazione che nessun governo ha mai messo tra le priorità la lotta , appunto, alla corruzione dilagante. Un quadro storico in primis, per capire come la corruzione da secoli ormai riguarda un po’ tutta l’Italia, ma anche un libro per capire, o cercare di capire, fino a che punto la ‘ndrangheta è presente, grazie anche alla complicità di chi invece ha il dovere di combatterla.
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