Articolo aggiornato giorno 23 Giugno 2018
Da dove la vita è perfetta di Silvia Avallone racconta la storia di più personaggi accomunati dal quartiere di Bologna soprannominato “I Lombriconi” e da vite che sembrano non avere possibilità di felicità o di redenzione.
Dopo “Acciaio” e “Marina bellezza” Silvia Avallone torna con un romanzo non facile, dove le vite dei protagonisti si intrecciano e dove una nuova opportunità sembra una chimera per tutti. Il libro inizia con il travaglio di Adele, che arriva in ospedale dopo che le si sono rotte le acque sull’autobus. Adele che quella gravidanza non la voleva e ora deve sopportare ore di travaglio, ore di cui non s’immaginava il dolore, fisico ma anche psicologico. Alla fine nascerà una bambina, Bianca, ma le strade di madre e figlia si divideranno subito.
Da dove la vità è perfetta: la trama
A questa maternità non voluta si contrappone invece quella desiderata ma impossibile di Dora che in Da dove la vita è perfetta è un’insegnante portatrice di handicap, sposata con Fabio e con un desiderio di maternità che per lei è un sogno impossibile.
C’è poi Zeno, uno studente che è sempre presente, sempre pronto ad aiutare, ad assistere, a consolare, la cui vita scorre senza che se ne accorga, occupato com’è a risolvere le esistenze altrui, anche quella di una madre in depressione di cui si deve occupare. C’è anche Manuel, amico di Zeno, spacciatore, ragazzino vittima delle violenze di un padre a sua volta tossicodipendente, anche qui con una madre che l’ha però aiutato a crescere, ma Manuel desidera solo potersi riscattare attraverso i soldi.
Dolori, sogni infranti per sempre, ragazzini cresciuti in fretta per occuparsi dei genitori, i genitori stessi che in Da dove la vita è perfetta vengono visti dai propri figli, dagli occhi dei loro figli che li scrutano, cercando un barlume di umanità, una voce che dica loro che tutto è ancora riparabile, possibile, che ancora si possono fare scelte differenti e cambiare la propria vita.
Invece nel libro di Silvia Avallone pare che nessuno dei protagonisti possa uscire in qualche modo dal suo personale inferno, che per nessuno esista qualcosa nel futuro, che tutto resti fermo, stabile, sempre uguale, in un universo popolato da dolori e sofferenze, mancanze, delusioni e mai da speranze o gioie o almeno da un po’ di pace dopo tanto patire.
Da dove la vita è perfetta anche nel titolo gioca con la trama, infatti nessuno dei protagonisti ha una vita perfetta né sembra poterla avere e neppure il quartiere in cui vivono è perfetto. Un libro in cui tutti, sotto sotto, covano la speranza di qualcosa di meglio, se mai qualcosa di migliore potrà mai esistere nelle loro vite.
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