Harry Potter e Il Prigioniero di Azkaban di J. K. Rowling

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Articolo aggiornato giorno 20 Giugno 2018

Nel 1999, a un anno da Harry Potter e la Camera dei Segreti (secondo episodio della saga del maghetto più amato di tutti i tempi), la Rowling firma il terzo capitolo di una delle saghe più seguite e amate di sempre: Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban (edito in Italia da Adriano Salani Editore nel 2000).

Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban

Dopo essersi scontrato con Voldemort e averne scoperto le origini nel secondo capitolo della saga (La Camera dei Segreti), ne Il Prigioniero di Azkaban Harry inizia a fare i conti col suo passato e con quello che lo aspetta nel futuro.

Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban retro


L’allarme viene lanciato nel mondo dei maghi, tramite l’amplificatore de La Gazzetta del Profeta, perché pare che da Azkaban sia fuggito un pericolosissimo criminale, Sirius Blake. Non solo, Harry Potter e i suoi amici iniziano ad essere inspiegabilmente attaccati dai cosiddetti Dissennatori, creature oscure e malvage che custodiscono Azkaban e hanno come unico scopo riportarvi i fuggitivi.

Gli attacchi (il primo sul treno diretto a Hogwarts, dove Harry Potter viene salvato da Lupin, il nuovo Insegnante di Difesa contro le Arti Oscure, il secondo durante la prima partita di Quidditch), sono tanto inspiegabili quanto inquietanti, dato che solo una potente magia potrebbe (eventualmente) persuadere i Dissennatori dal deviare dal loro compito.

Il quadro generale si complica, dato che Harry Potter e amici vengono in contatto con Caramell (Primo Ministro della Magia), il quale sembra avere un atteggiamento misterioso e titubante, soprattutto nei confronti di Harry. Quest’ultimo, insospettito, tramite il mantello magico (eredità di suo padre) riesce a origliare una conversazione personale del Primo Ministro scoprendo che Blake era amico fraterno dei suoi genitori ma li ha traditi scegliendo Lord Voldemort e divenendo così un Mangiamorte.

Non volendo svelare gli intrecci successivi e, ovviamente, l’immancabile colpo di scena, si può aggiungere che la critica ha accolto molto bene la trasposizione cinematografica, ritenendola coerente col libro.

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Andrea Camporese
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