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Articolo aggiornato giorno 31 Maggio 2022
Le Assaggiatrici dell’autrice Rosella Postorino racconta una storia che s’ispira ad una vicenda reale, accaduta al tempo della seconda guerra mondiale. Come è spesso accaduto nel corso della Storia, i potenti hanno ingaggiato degli assaggiatori o, in questo caso, delle assaggiatrici, prima di mangiare il cibo che veniva servito loro.
Le Assaggiatrici: la trama
La paura di re, imperatori e, in questo caso, di Adolf Hitler, è sempre stata la stessa, ovvero quella di essere avvelenati. Per questo motivo anche ne Le assaggiatrici Hitler ha a disposizione delle donne che assaggiano il cibo prima di lui, così da poter verificare che nessuno abbia attentato alla sua vita e poter mangiare in sicurezza.
Una di queste assaggiatrici è Rosa Sauer, la cui storia è stata ispirata da quella, vera, di Margot Wölk, vera assaggiatrice per Hitler. Rosa fa parte di un gruppo di dieci donne che avranno il compito di assaggiare le pietanze che arrivano sulla tavola del Führer, ovviamente rischiando la vita ogni volta, ad ogni boccone. Nessuno sa se qualcuno pianifica la morte di Hitler, perciò un mezzo per eliminarlo potrebbe essere proprio l’avvelenamento. Per questo motivo le donne devono nutrirsi del cibo del capo del nazionalsocialismo, se necessario morire per salvarlo da un attentato.
Le Assaggiatrici è ambientato nel 1943 e Rosa, sfuggita ai bombardamenti della città di Berlino, mentre il marito Gregor combatte in Russia, trova rifugio dai suoceri, fino a quando le SS le ordinano di diventare un’assaggiatrice, in una sorta di mensa dove paradossalmente Rosa, affamata da anni per via della guerra trova anche il modo di saziare il suo appetito. Se da un lato Rosa è consapevole del pericolo, dall’altro insomma il suo nuovo ruolo le permette anche di non morire di fame, di avere qualche porzione extra anche in tempo di guerra.
In questo clima le nove donne vedono Rosa come qualcuno di estraneo al loro gruppo. Le altre, infatti, non arrivano come lei da Berlino ma da un villaggio non lontano dalla famigerata “Tana del lupo, quartier generale di Adolf Hitler. Mentre imparano a conoscersi, a rispettarsi o anche, in alcuni casi ad odiarsi, le donne non possono sottrarsi al rito quotidiano dell’assaggio, osservate, a fine pasto, per un’ora in modo che sia possibile capire se il cibo del Führer è stato avvelenato o meno. Ogni giorno si parla di vita o morte, sia per Rosa sia per tutte le sue compagne.
Nonostante la paura di morire ogni giorno, nonostante i rapporti che si creano fra le donne, Rosa emerge dal gruppo quando arriva in caserma il tenente Ziegler, un uomo che nulla risparmia alla assaggiatrici ma che, incredibilmente, riuscirà a colpire proprio Rosa e ad avere con lei un legame. Forse un modo, per una donna giovane, sola anche in mezzo alle altre, con la morte sempre addosso, di coltivare speranza e di non lasciarsi andare, di credere di poter vivere ancora se la guerra finirà.
Un romanzo che, come detto, s’ispira ad una storia vera, in cui si mescolano sentimenti contrapposti in un microcosmo in cui la figura di Adolf Hitler è sempre presente anche se non si vede, ma si percepisce fra il gruppo di assaggiatrici che, ogni giorno, spera di poter vivere ancora dopo aver dato un morso all’ultimo boccone.
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