Di notte sognavo la pace di Carry Ulreich

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Articolo aggiornato giorno 8 Luglio 2018

Di notte sognavo la pace di Carry Ulreich è un diario di una ragazza ebrea scritto durante la seconda guerra mondiale a Rotterdam. Molte sono le analogie con il celebre “Diario” di Anne Frank, ma molte anche le differenze.

La prima differenza, la più importante, è che mentre il diario di Anne s’interrompe all’inizio di agosto del 1944, quando la famiglia viene arrestata e deportata, quello di Carry continua, perché lei e la sua famiglia, a differenza dei Frank, si salveranno dopo aver vissuto, come la famiglia di Anne, per anni in clandestinità. Della famiglia di Carry si salvarono tutti, mentre per i Frank a tornare a casa fu solo il padre, Otto.

Un’altra differenza è l’ambientazione, infatti Anne scrive da Amsterdam, ma le comunità ebraiche dei Paesi Bassi erano concentrate anche in altre città, come appunto Rotterdam. Inoltre pur essendo religiosi i Frank, specialmente Anne, sono più liberali mentre la famiglia di Carry s’interroga continuamente su come rispettare le tradizioni ebraiche pur essendo in clandestinità.

Di Notte sognavo la pace: la recensione

In Di notte sognavo la pace come detto ci sono però anche analogie. Carry, come Anne, è una ragazzina, ha 15 anni nel 1941, è poco più grande di Anne e come lei pian piano si accorge di tutti i divieti che vengono imposti agli ebrei della città, così un po’ alla volta la vita di Carry cambia fino alla decisione dei genitori di provare ad evitare la deportazione grazie all’aiuto di una famiglia cattolica, gli Zijlmans, che li ospita in casa loro, ogni giorno con il pericolo di venire scoperti e di essere deportati oppure uccisi a loro volta.

di notte sognavo la pace retro


Anche Anne a la sua famiglia vissero per alcuni anni rinchiusi sopra quella che era stata la ditta del padre, aiutata dai suoi ex dipendenti, ed entrambe descrivono le privazioni, le difficoltà, i, disagio di vivere sempre nascosti, senza mai poter uscire, con la paura costante di essere scoperti. Per di più, come i Frank anche la famiglia di Carry è composta dai genitori e da due figlie, e come Anne anche Carry riceve il diario come regalo di compleanno.

In Di notte sognavo la pace Carry racconta la sua vita dal 1941 al 1945, narrando ciò che vive, ma anche ciò che sa degli ebrei mandati in Polonia: nessuno si illude, tutti sanno che fine fanno coloro che vengono spediti nei campi di concentramento. Oltre alla società ebraica di Rotterdam, Carry ha rapporti di parentela e di conoscenza anche con ebrei dell’est Europa, per questo la situazione è del tutto chiara alla famiglia. Durante gli anni di reclusione si abbattono anche barriere religiose, infatti la famiglia di Carry celebra le feste religiose della famiglia cattolica che li ospita, anche se Carry crede nel sionismo e nella possibilità di crearsi una vita in Israele, se riuscirà a sopravvivere.

Di notte sognavo la pace è stato definito una sorta di diario a lieto fine rispetto a quello di Anne Frank e dopo la fine della guerra e la ritrovata libertà Carry prenderà il diploma e dopo sposata si trasferirà in Israele. Il libro resta come testimonianza degli orrori nazisti nei Paesi Bassi e contro gli ebrei in generale, un nuovo tassello sull’Olocausto e su come, a volte, la solidarietà dei “gentili” (cioè dei non ebrei) abbia potuto salvare famiglie intere dallo sterminio.

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Lara Zavatteri

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