Ballando ad Auschwitz

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Articolo aggiornato giorno 6 Marzo 2016

Questo libro è il racconto di una scoperta. L’autore, Paul Glaser, fino all’età adulta non ha mai sospettato che la famiglia del padre avesse origini ebraiche. Una serie di coincidenze iniziano a far insospettire Paul, che chiede delucidazioni al padre John, il quale nega i fatti, anche se Paul non è convinto. Con il passare degli anni, però, Paul riesce a far luce sul segreto custodito dal padre. La sorella Rosie, infatti, una zia di cui Paul sa poco, è la protagonista del libro. La famiglia Glaser, ebrea, dall’Olanda fu deportata in vari campi fino a giungere a quello di Auschwitz.

Ballando ad Auschwitz è appunto la storia della famiglia Glaser e soprattutto quella di Rosie, una giovane che arriva al campo dopo aver già vissuto in altri due campi di transito, dopo aver divorziato, dopo aver sperimentato da un lato il tradimento (fu un suo spasimante a denunciare lei e la madre) e dall’altra la solidarietà di persone che avrebbero potuto adeguarsi alla politica di Hitler. Soprattutto, Rosie è una ballerina professionista e porta con sé questa capacità cercando di sopravvivere e d non farsi travolgere dagli eventi, cercando di continuare ad essere una persona e non un numero.

Durante il suo pellegrinaggio che la porterà ad Auschwitz e anche lì porta un po’ di gioia di vivere ballando, coinvolgendo le sue compagne di sventura, a volte ballando persino per i tedeschi. È la stessa Rosie a raccontare la sua storia, attraverso lettere inviate ad amici e conoscenti e un diario che ripercorre anche la sua infanzia. Il libro alterna le parti con Rosie come protagonista a quelle in cui è Paul a parlare, narrando come, a poco a poco, è riuscito a ricostruire la drammatica storia della sua famiglia. Il testo è corredato da immagini che a loro volta parlano della vita di Rosie, una ragazza che, nonostante l’orrore in cui fu catapultata, non smise mai di lottare.
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Lara Zavatteri

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