Malinteso a Mosca

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Articolo aggiornato giorno 6 Marzo 2016

Esce postumo il libro “Malinteso a Mosca” della scrittrice e pensatrice francese Simone de Beauvoir, scomparsa nel 1986. La Beauvoir fu conosciuta al grande pubblico nel 1949 con la pubblicazione del testo che la rese celebre, ovvero “Il secondo sesso”, una sorta di manifesto femminista in cui scriveva come la società etichetti le donne e come queste non riescano ad affermarsi, soprattutto a livello intellettuale e lavorativo, per i pregiudizi sia degli uomini sia, molte volte, delle altre donne, un testo che risulta più che mai attuale anche ai nostri giorni.

Malinteso a Mosca invece è un libro che non fu incluso nella raccolta intitolata “Una donna spezzata” ed è proposto oggi per la prima volta, dopo diversi decenni da quando la scrittrice lo terminò. La storia, scritta intorno al 1965, vede per protagonisti due professori francesi, che ricalcano la stessa autrice e il suo compagno di sempre, il filosofo Jean Paul Sartre, intenti a partire per Mosca, per ritrovare la figlia di lui che, sposata ad un uomo russo, sarà la loro guida nella città di Mosca. Una trama semplice per questo romanzo breve dove ad un certo punto sorge, come suggerisce il titolo, un malinteso, che se all’inizio scombussola la coppia alla fine risulterà addirittura un evento positivo per chiarire le cose e riavvicinarsi. Vero protagonista è infatti il cambiamento, sia a livello sentimentale per i due professori, ma anche il cambiamento della società, dell’universo politico e in generale i cambiamenti avvenuti nel mondo e nella sfera privata dei protagonisti fino a quel momento.

Simone de Beauvoir fu una donna anticonformista e libera nella Francia che la vide ragazza: attraversò il dramma della seconda guerra mondiale e in un’epoca in cui per le ragazze era inusuale dedicarsi a queste tematiche, s’interessò di politica, filosofia, soprattutto di scrittura, facendone poi una vera e propria professione.

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Lara Zavatteri

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