Diversi in tutto, trovano una via per conoscersi grazie ad un rapporto epistolare. No, non è l’inizio di una storia d’amore un po’ singolare, ma il rapporto che s’instaura tra Gioconda detta Giò, 36 anni, insegnante e il suo Angelo Custode raccontata in Avrò cura di te di Massimo Gramellini e Chiara Gamberale.
Avrò cura di te: la trama
Giò è una ragazza complicata, ma anche egoista, capace di fare la vittima e di dimenticarsi degli altri. Quando la sua vita va improvvisamente a rotoli, perciò, lei non è minimamente preparata al disastro, visto che non ha mai colto tutti i segnali che la dovevano preparare alla catastrofe. Suo marito Leonardo la lascia via mail, stanco di essere per l’appunto “dimenticato” e desideroso forse di trovare qualcuno con qualcosa in più da donare, così Giò si trasferisce in quella che era la casa dei nonni, scomparsi da tempo.
Sarà quel trasferimento a dare il via alla sua amicizia con Filemone, per l’appunto il suo Angelo Custode, perché Giò grazie ai ricordi della sua infanzia ne ripesca uno in particolare nella sua memoria, ovvero il giorno in cui la nonna scrisse al suo angelo per ringraziarlo, la notte di San Valentino, soprattutto di aver trovato la sua metà. Giò sorride al ricordo e poi, per gioco, seppur scettica, decide di provare anche lei, tanto non ha nulla da perdere.
Inizia a scrivere un biglietto e, incredibilmente, trova la risposta nel comodino. Pian piano l’entità con cui inizia la corrispondenza si palesa, dichiara di chiamarsi Filemone e cerca di guidarla in quel particolare momento della sua vita, senza giudicarla, ma ricordandole che la conosce molto bene, infatti le è stato accanto da quando è nata.
Di Giò, Filemone conosce infatti tutte le spigolosità di carattere, sa dove e con chi ha sbagliato, dove dovrebbe chiedere scusa, rimediare, ma sa anche le delusioni che ha sopportato, gli uomini sbagliati con cui è uscita, insomma sa tutto, il bello e il brutto della vita della sua protetta. Mentre la corrispondenza tra Giò e Filemone va avanti, un po’ alla volta coinvolge anche le persone che la ragazza ha intorno, in modo che non solo Giò ma un po’ tutti possano imparare di nuovo ad ascoltare il cuore prima della testa, a seguire i propri sentimenti e non solo la ragione. Le lettere sono commoventi ma anche ironiche, e mentre Giò continua a chiedere Filemone non si stanca mai di rispondere. Fino al momento in cui Giò, finalmente, dovrà fare tutto da sola, in un finale che sorprende.
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