Articolo aggiornato giorno 20 Aprile 2016
Caduta Libera è il secondo romanzo di Nicolai Lilin, nato a Bender in Transnistria nel 1980 da famiglia di origine siberiana (non russa, siberiana!!!), e naturalizzato italiano nel 2004, e rappresenta il seguito dell’ormai cult Educazione Siberiana (da cui Salvatores ha anche tratto l’omonimo film).
Caduta Libera il seguito di Educazione Siberiana
Kolima è maggiorenne e come tutti i ragazzi della sua età deve pagare un tributo alla Federazione Russa rappresentato dal servizio militare obbligatorio. Per ragazzi come lui, però, si fatica a trovare un posto perfino nell’esercito, e così Kolima entra nel gruppo dei sabotatori assieme a un manipolo di altri ragazzi.
I sabotatori sono un corpo militare quasi a sé stante rispetto agli altri, hanno una filosofia di vita tutta personale, non rispettano le “normali” regole dell’esercito (a partire dall’abbigliamento) e Kolima lega subito con quel branco di giovani che, nella società “normale”, sarebbero stati etichettati come sbandati, disadattati. Nei sabotatori Kolima diventa in particolare cecchino, forse il più abile e letale del gruppo, esperto di quei fucili che nonno Kuzja gli aveva fatto conoscere e insegnato ad amare nelle lunghe battute di caccia in solitaria.
Dopo l’addestramento (nel quale un ruolo determinante lo avrà il tenente maggiore Zabelin), già di per sé faticoso, Kolima e gli altri vengono catapultati nel cuore della seconda guerra cecena, dove ogni giorno potrebbe essere l’ultimo, dove ci si sbronza fino a tarda ora con vodka per poi alzarsi prima che sorga il Sole per attraversare le linee nemiche e colpire alle spalle, dove ogni paese da “ripulire”, ogni strada, ogni angolo di casa possono nascondere la morte. Le azioni in Cecenia sono numerose, alcune all’interno di villaggi, altre in situazioni critiche per la liberazione di commilitoni, altre ancora sulle montagne: Kolima e i suoi non conosco tregua né pausa, continuamente rimbalzati da un fronte all’altro.
Questa la trama di Caduta Libera. Sotto alla trama c’è però dell’altro, come ormai ci ha insegnato (e abituati) Lilin: ci sono le sensazioni di ragazzi perduti, i sentimenti di giovani che la Russia non ha aiutato per nulla nel loro percorso di crescita individuale, la disperazione che a volte travolge perché non si riesce a dare un senso a quello che si vede e si vive giorno dopo giorno.
Kolima (Nicolai) però sopravvive, come la maggior parte dei suoi compagni, grazie soprattutto alla rigida disciplina siberiana, grazie al rispetto per l’autorità (quella conquistata sul campo e non certo quella imposta da qualche onorificenza o gallone sulla divisa), ma grazie forse soprattutto alla figura tenace del loro comandante Nosov, uomo tutto d’un pezzo che non ci pensa due volte a mandare a quel paese i superiori se solo sospetta che questi vogliano in un qualche modo fregare lui o i suoi ragazzi (che per questo ne proveranno un’ammirazione e un rispetto al limite dell’ossessione).
Caduta Libera rappresenta il degno seguito di Educazione Siberiana e penso sia un romanzo necessario, per capire le dinamiche di un mondo (quello russo) per certi versi ermetico per noi occidentali.
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