Io, Caterina di Francesca Riario Sforza

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Articolo aggiornato giorno 2 Dicembre 2016

In Io, Caterina Francesca Riario Sforza ci consegna il ritratto di una donna moderna, caparbia, ma anche amorevole e capace di grandi slanci.

Caterina Sforza è stata una donna come poche nella storia, eppure di lei si sa molto poco. A colmare questa lacuna, ben seicento anni dopo, ci ha pensato una sua discendente, Francesca Riario Sforza, nel libro “Io, Caterina” che ripercorre la vita e le imprese della sua antenata.

Io, Caterina: la trama

Nata da una relazione illegittima tra Galeazzo Maria Sforza, signore di Milano, Caterina pur essendo illegittima, come altri suoi fratelli, gode dell’amore della nonna paterna, Bianca Maria Visconti e in seguito verrà accolta come figlia anche dalla moglie del padre, Bona di Savoia (per chi ha letto i libri della serie The White Queen, è la stessa Bona che doveva sposare Edoardo, re d’Inghilterra, che poi preferì Elisabetta di Rivers). A dieci anni conosce casualmente Leonardo, che incontrerà in seguito in vari momenti della sua vita.

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Sempre a quell’età viene promessa in sposa ad un uomo molto più grande di lei, come del resto era d’uso all’epoca, ovvero Girolamo Riario, diventando signora di Imola e Forlì. Una posizione straordinaria per una figlia illegittima, che dopo aver sposato Riario e aver avuto diversi figli da lui, si troverà ad affrontare delle crisi dalle quali uscirà sempre vincitrice.

Dopo una rivolta, Girolamo Riario, già malato, viene assassinato e la vita stessa di Caterina e del figlio ed erede Ottaviano sono in pericolo. L’assedio si protrae per più giorni, anche con le minacce di uccidere gli altri figli da parte dei congiurati, ma Caterina non si lascia intimidire e, alla fine, non solo riesce ad uscire vincitrice ma anche a riprendere ciò che è suo di diritto, possedimenti e terre, e a far catturare e mandare a morte coloro che hanno assassinato il marito e complottato contro di lei e la sua famiglia.

Governa di fatto da sola Imola e Forlì, anche questo un fatto straordinario per una donna, nell’attesa che l’erede Ottaviano sia abbastanza grande per poter occupare la posizione che fu del padre. Oltre a questo Caterina Sforza si applicò alle scienze, all’alchimia, fu una persona di grande cultura appassionata anche di arte, ingegneria e dai molteplici interessi.

Tra le sue corrispondenze da ricordare quelle con Lorenzo de’Medici, signore di Firenze, che la ammirava nonostante Girolamo Riario fosse stato tra coloro che avevano congiurato contro di lui nella famosa “Congiura dei Pazzi” nella quale perse la vita il fratello Giuliano. Una corrispondenza che s’interrompe solo con la morte del “Magnifico” con stima da entrambe le parti.

Caterina fu una donna forte fin da bambina, quando ancora nel pieno dell’infanzia divenne la moglie di Riario e tale si dimostrò in tutte le avversità della vita, anche quando il padre venne assassinato. Lottò per i suoi diritti, per quelli dei suoi figli, per poter essere artefice del proprio destino anche guidando l’esercito in battaglia (dopotutto era nipote di Bianca Maria Visconti che aveva fatto la stessa cosa per difendere Cremona).

Da leggere per conoscere la storia di una donna fuori dal comune che ha fatto parte della storia del nostro Paese.

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Lara Zavatteri

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