Articolo aggiornato giorno 4 Marzo 2016
Dopo Una lacrima color turchese Mauro Corona torna con Favola in bianco e nero, una fiaba sul Natale che ancora una volta fa riflettere. Si tratta di una sorta di proseguo del libro sopracitato, per chi non l’avesse letto si narrava di come, in un piccolo paese di montagna, il Bambinello scomparì dai presepi. Inizialmente il fenomeno fu circoscritto, per poi espandersi a livello mondiale, fra lo stupore generale.
Un mistero che rimase tale perché ne “Una lacrima color turchese” non si spiega il perché di questa fuga dal presepe di Gesù appena nato, se non con la consapevolezza, per il povero Gesù, della meschinità e delle cattiverie di cui l’uomo è diventato capace. Insomma, inorridito, ha deciso di non farsi più vedere.
Invece, ecco che il Bambinello torna ne Favola in bianco e nero, ma non da solo. Ancora una volta il fenomeno parte da un piccolo paese montano, quando, dopo aver completato il presepe in vista delle festività natalizie, non solo Gesù non scompare, come credevano in molti, ma resta nella sua mangiatoia in compagnia di un Bambinello dalla pelle nera. Ci sono insomma due Gesù nel presepe, uno bianco ed uno nero.
Ancora una volta la gente non sa spiegare tale fenomeno e cerca di togliere il bambino dalla pelle scura dal presepe, ma inutilmente. Appena tolto quello ricompare accanto al Gesù dalla pelle chiara. Come ne “Una lacrima color turchese” si scatenano miriadi di dibattiti, si coinvolgono intellettuali, politici e via discorrendo per comprendere cosa sta capitando nei presepi di tutto il mondo. Non ne viene a capo nessuno, come già accaduto in precedenza, ma in tutti i modi in tutto il mondo i Bambini Gesù sono due, inseparabili.
Una favola che anche nel titolo si rifà a ciò che accade a livello mondiale nei presepi, un modo per riflettere, sulla scia del precedente libro che, sempre ambientato a Natale, non era, come questo, una fiaba vera e propria, o almeno non la classica favola di Natale. Entrambi i libri partono da due fenomeni che nessuno sa comprendere (anche se tutti si ostinano a dire la loro con teorie spesso assurde) e che si manifestano per parlare, per lanciare un messaggio agli uomini. Chi sa capire e ascoltare capirà, senza bisogno di spiegazioni ulteriori o di approfondimenti dei mass media, senza bisogno di nessuna parola. Per gli altri sarà solo qualcosa di inspiegabile, cui non dare troppo peso, dopo lo sconcerto iniziale.
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