Articolo aggiornato giorno 6 Giugno 2018
Il gioco dell’angelo è un romanzo del 2008 dell’ormai famosissimo scrittore Carlos Ruiz Zafòn pubblicato in diversi paesi del mondo da Mondadori. La traduzione italiana è di Bruno Arpaia, che è riuscito con grande maestria, a ricreare l’atmosfera magica che caratterizza i libri di Zafòn cogliendo a pieno le emozioni che l’autore spagnolo vuole suscitare nel suo pubblico.
Dalla prima pagina infatti, ci si trova immersi in una sorta di universo parallelo, una dimensione che si configura dalle descrizioni accurate dei luoghi, dei personaggi e delle loro emozioni,che denotano anche doti di analisi psicologica da parte dell’autore. Proprio in questo sta, secondo me, la magia di Zafòn: chi legge i suoi libri, non può non essere pienamente coinvolto a livello emotivo, da ogni parola che passa sotto il suo sguardo. Davanti a quelle pagine, non si è semplicemente lettori, che apprendono un susseguirsi di fatti, si diventa al contrario parte integrante della storia, e il destino dei protagonisti di questa fantastica avventura, in fondo è anche il destino di chi legge delle loro azioni.
Questo è il problema che accomuna tutti i libri dell’autore spagnolo: non si vorrebbe finissero, ma non si può fare a meno di andare avanti nella lettura.
[ctt template=”9″ link=”6VsKA” via=”no” nofollow=”yes”]Quando il corpo è ferito la mente non tarda a deviare dal cammino[/ctt]L’atmosfera suggestiva, che è caratteristica principale delle storie di Zafòn, somiglia tanto a quella che già si apprezzava ne “L’ombra del vento“, best seller che ha reso famoso lo scrittore spagnolo in tutto il mondo, e che costituisce una prima tappa fondamentale per chi volesse avvicinarsi per la prima volta alla lettura di questo autore.
Anche questa volta i libri e la letteratura costituiscono il punto di partenza per un’avventura ricca di suspense che si sviluppa in complessi intrighi che il protagonista sarà chiamato ad affrontare.
La trama si svolge in una misteriosa ed enigmatica Barcellona degli anni Venti, dove un ragazzo di diciassette anni di nome David Martin ha un sogno nel cassetto: diventare uno scrittore. Lavora come giornalista in una testata giornalistica ormai in rovina, dove però, per una serie di coincidenze, gli viene offerta la possibilità di pubblicare un racconto scritto di suo pugno. Quando il successo arriva però David capisce che a quella fortuna conseguiranno delle scelte di fronte alle quali non potrà tirarsi indietro. Accettata l’offerta proposta da un editore sconosciuto infatti, David si troverà in mezzo ad intrighi, passioni, crimini, ma soprattutto davanti alla cruda realtà, che provocherà nell’animo del protagonista una sofferenza scaturita dal fatto di non riconoscersi più in quella figura di giovane scrittore di un tempo che l’ambizione, l’esaltazione del proprio ego, dovuta alla promessa di gloria e denaro, hanno ormai offuscato.
Non sarebbe opportuno definire questo libro un “sequel” de “L’ombra del vento”, nonostante sia apprezzabile il fatto che Carlos Ruiz Zafòn abbia inserito, con grande delicatezza e senza svelare nulla, all’interno de “Il gioco dell’angelo“, alcuni riferimenti relativi ai personaggi e ai luoghi che si ritrovano nel primo suo successo.
Ero un po’ scettico all’idea che ci fosse un libro che potesse in qualche modo eguagliare a livello di impatto emotivo la grandezza de “L’ombra del vento”, ma mi sono dovuto ricredere. Il gioco dell’angelo, supera le aspettative, e, a mio parere, indaga ancora più in profondità sulla vera essenza della letteratura.
Consiglio vivamente di leggere questo romanzo di Zafòn, che rappresenta un vero e proprio diamante, tra le tante gemme preziose, che l’autore spagnolo ci ha regalato. Solo chi leggerà delle avventure di David Martin potrà apprezzare la sua bellezza.
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