Articolo aggiornato giorno 10 Marzo 2016
Giro di Vite di Henry James fa parte della tradizione del romanzo gotico e come tale si presenta illustrando la vita di più persone coinvolte in una giostra che lascia poco spazio alla riflessione e molto invece allo smarrimento e alla paura.
Se siete amanti del genere questo libro non può mancare nella vostra biblioteca personale.
I personaggi principali della storia sono due bambini Flora e Miles, loro hanno perso i genitori e sono stati affidati successivamente ad un ricco zio che non ha ne il tempo ne la voglia di occuparsi di loro.
Lo zio affida quindi la cura di questi due bambini ad un istitutrice, Miss Giddens, che dapprima nella storia rimane ammaliata dal personaggio colto che è lo zio dei ragazzi e sente di assumere un ruolo importante e che la onorifica in qualche modo. Durante il corso della storia scorrendo le pagine si comprende che Miss Giddens ci tiene molto a non deludere la persona che le ha dato questo ruolo non deludere le sue aspettative diventa quindi una costante nell’intero romanzo.
Miss Giddens conosce prima Flora, e successivamente Miles che risulterà essere stato cacciato dal collegio dove lo zio lo aveva mandato. Dapprima comunque le ragioni per cui Miles si ritrova nella dimora dello zio non emergono, a fatica Miss Giddens dovrà farle uscire fuori dalla bocca del giovane ragazzo.
Il vero romanzo gotico inizia solo dopo qualche tempo dall’inizio della lettura ed esattamente dopo un primo momento che sembra garantire stabilità alla storia e alle vite dei personaggi, compresa Miss Giddens che, ben inserita, vede i due ragazzi ben educati, a modo, ricettivi e obbedienti. Questo quadro apparentemente idilliaco durerà ben poco e verranno svelati segreti che paralizzeranno il lettore grazie anche e soprattutto alla capacità dell’autore di catturare e mantenere l’attenzione del fruitore delle sue pagine davvero alta e costante.
Ben presto dal racconto emergeranno altri personaggi oltre a quelli elencati precedentemente e residenti a Bly la dimora dei ragazzi e dello zio assente per quasi tutta la durata del romanzo.
Miss Giddens entusiasta del lavoro scoprirà molto presto che altre figure l’hanno preceduta in questa mansione apparentemente perfetta vista l’educazione dei ragazzi, una ex istitutrice in quel luogo ci è morta e farà presto sentire la sua presenza. Un altro personaggio ugualmente morto a Bly, accompagnerà il soggiorno della ex istitutrice e dei viventi. Lui è il maggiordomo dai rossi capelli.
La povera Miss Giddens in questo quadro si sente smarrita e impaurita, non ha amici a cui confidare le sue sensazioni se non una che è la signora Grose, nuovo personaggio che entra a trama avanzata nella storia.
Miss Giddens sente l’istinto alla fuga che preme ma ad un certo punto della trama inizia a riflettere su queste anime, su ciò che vogliono comunicare, anche la signora Grose le consiglia di pensare prima di andare via. Decide quindi di restare e affrontare le sue paure legate certamente ai fantasmi presenti a Bly ma anche più ataviche e solamente sue.
Agisce in tal senso anche l’aspettativa che lo zio dei ragazzi ha riposto nel suo operato che la sprona a proteggere questi ultimi.
A questo punto della storia e ogni volta che apparentemente nel romanzo si conquista una certezza e ci si avvicina ad una forma di serenità mentale c’è un cambiamento che immette tensione nelle vicende che da lì si andranno a maturare.
La storia prende un altra piega e fa sorgere una domanda. Flora e Miles devono essere protetti da questi fantasmi o sono forse loro complici? Perché aiuterebbero gli spiriti a spaventare chi è nella casa?
Miss Giddens non affronterà mai tale argomento con i ragazzi e anzi nel racconto si percepirà proprio la tensione del non detto, del taciuto.
La domanda finale con cui si chiude anche l’intera storia è quella relativa al doppio, due bambini che all’apparenza sono sereni, tranquilli e a modo possono avere una seconda personalità che aiuterebbe delle anime perse a stare loro accanto estromettendo tutti gli altri?
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