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Articolo aggiornato giorno 30 Gennaio 2025
I Malavoglia di Giovanni Verga sono uno di quei libri che vengono fatti leggere obbligatoriamente a scuola e che per questo motivo non si apprezzano. Se volete leggere un classico per l’estate, scegliete questo, anche se non si tratta di una lettura leggera né, viste le vicende di cui parla, divertente.
I Malavoglia: la recensione
Anzitutto, I Malavoglia è un libro parodia del contrario, a cominciare dal cognome della famiglia. Si tratta di gente operosa, che si sacrifica fino alla morte per portare a casa di che vivere, eppure Verga li chiama Malavoglia, come se invece avessero poca voglia di lavorare.
La donna di casa è “La Longa”, così chiamata anche se è bassina di statura, mentre “La Provvidenza”, un nome beneaugurante, è quello della sciagurata barca su cui troverà la morte il capofamiglia. Tutto ruota intorno alla Casa del Nespolo, dove questa famiglia subisce lutti, disgrazie, allontanamenti, sempre però con il paese, Aci Trezza, nel cuore.
Dopo la morte in mare del marito, a tenere in piedi la famiglia è appunto la Longa, che deve badare oltre che ai figli anche a Padron ‘Ntoni, il vecchio saggio che in breve tempo vede disgregarsi il nucleo familiare. Uno dei fratelli, Luca, viene mandato a combattere nella battaglia di Lissa, dove perderà la vita; la Longa muore; Lia si perde in città diventando, con grande dispiacere di tutti, una donna di strada. L’unico che sembra avere i piedi saldi per terra è ‘Ntoni il giovane, nipote di Padron ‘Ntoni, anche se il destino ha in serbo anche per lui numerose prove.
Commovente l’addio al paese di quest’ultimo personaggio, quando sa che non può restare alla Casa del Nespolo ma lo vorrebbe con tutte le sue forze. In quel momento ‘Ntoni si rende conto non solo dei propri errori, ma anche della bellezza della sua terra e di quanto contino nella vita di tutti le piccole, grandi cose che fanno bella l’esistenza.
Un classico del Verismo
Verga con I Malavoglia dipinge un affresco realistico della Sicilia di fine Ottocento, raccontando senza filtri le difficoltà di una famiglia di pescatori che cerca di resistere alle avversità. Lo stile del romanzo si inserisce perfettamente nella corrente verista, di cui Verga è il massimo esponente, adottando la tecnica dell’impersonalità: lo scrittore si limita a narrare i fatti senza giudizi o interpretazioni, lasciando che la realtà parli da sola.
Il linguaggio utilizzato è ricco di espressioni popolari e proverbi siciliani, che rendono la narrazione ancora più autentica. L’autore riproduce il parlato del popolo senza mediazioni, facendo emergere il senso di appartenenza a una comunità legata alle sue tradizioni e ai suoi valori, ma anche segnata da un destino ineluttabile.
I temi principali
Uno dei temi fondamentali del romanzo è l’inevitabilità del destino. La famiglia Malavoglia cerca in tutti i modi di migliorare la propria condizione economica, ma ogni tentativo si scontra con la dura realtà. L’acquisto di un carico di lupini, che dovrebbe rappresentare un piccolo investimento per il futuro, si trasforma in una sciagura che segna l’inizio della rovina della famiglia.
Un altro tema importante è quello della disgregazione familiare. La Casa del Nespolo rappresenta il simbolo della stabilità e dell’unità, ma con il passare del tempo e le disgrazie che colpiscono la famiglia, i Malavoglia si disperdono. La perdita di un punto di riferimento porta ogni membro della famiglia a cercare il proprio destino lontano, con esiti spesso tragici.
Infine, il romanzo mette in luce il conflitto tra tradizione e modernità. Mentre Padron ‘Ntoni incarna i valori della vecchia generazione, legata al sacrificio e alla rassegnazione, il giovane ‘Ntoni rappresenta il desiderio di cambiamento e di fuga da una vita di stenti. Tuttavia, Verga mostra come la ribellione ai valori tradizionali porti solo all’isolamento e alla sofferenza.
Un finale amaro
Alla fine del romanzo, la Casa del Nespolo viene riacquistata, ma a viverci non sono più i Malavoglia di un tempo. Padron ‘Ntoni, ormai vecchio e sconfitto, muore lontano dalla casa che tanto aveva amato. ‘Ntoni, dopo aver scontato la sua pena in prigione, si allontana definitivamente dal paese, consapevole di non avere più un posto nella sua terra natale. Solo Alessi, l’unico figlio rimasto fedele ai valori della famiglia, riesce a ricostruire una parvenza di normalità, ma il prezzo da pagare è stato altissimo.
Conclusione
I Malavoglia è un romanzo duro, privo di speranza e pervaso da un senso di fatalismo che può risultare opprimente. Tuttavia, proprio questa visione disincantata della realtà lo rende un capolavoro della letteratura italiana. Verga non concede illusioni ai suoi personaggi, ma racconta con estrema lucidità la lotta per la sopravvivenza e la forza delle radici.
Non è una lettura leggera, ma è un libro che lascia un segno profondo. Se si riesce ad andare oltre l’approccio scolastico con cui spesso viene proposto, si scopre una storia intensa e coinvolgente, che parla di sacrificio, appartenenza e delle dure leggi della vita. Un classico intramontabile che merita di essere letto con la giusta consapevolezza.
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