Articolo aggiornato giorno 10 Maggio 2024
Il bambino con il pigiama a righe di John Boyne, per la prefazione Giuseppe Catozzella e per le illustrazioni Oliver Jeffers è un libro pubblicato nel 2021 da Rizzoli. Ha 274 pagine, disponibile cartaceo o ebook.
Il bambino con il pigiama a righe: la recensione
Due bambini che diventano amici durante la seconda guerra mondiale. Il primo, Bruno, è figlio di un ufficiale nazista che sorveglia un lager, il secondo in quel campo ci è rinchiuso perché ebreo. È la storia narrata nel libro “Il bambino con il pigiama a righe” di John Boyne, un’incredibile storia di amicizia nei terribili giorni della guerra e dell’Olocausto. Siamo nel 1942 e Bruno, un bambino di 9 anni, apprende dalla madre che lui, sua sorella Gretel e i genitori dovranno lasciare la città per trasferirsi altrove, a casa del lavoro del padre. Bruno non sa che lavoro faccia esattamente suo padre, sa solo che veste un’uniforme con tante decorazioni e che è molto serio, sa però che non vuole lasciare i sui amici e la sua casa per seguirlo chissà dove.
Purtroppo però Bruno non ha scelta e quando con la famiglia arriva alla nuova casa il suo sconforto si fa ancora più opprimente: se a Berlino le case erano all’incirca tutte uguali, brulicanti di vie, di negozi, di gente, di rumori, la nuova casa è immersa nel nulla, si erge sola come una cattedrale nel deserto e non c’è nessuno, proprio nessuno con cui parlare.
Il bambino con il pigiama a righe di John Boyne segue Bruno nel suo peregrinare. Il bambino comincia infatti ad esplorare i dintorni della casa, fino ad arrivare in un luogo che non sa identificare. Un posto tutto recintato con il filo spinato e, di là di quel filo, un bambino seduto con quello che a Bruno sembra un pigiama a righe, che in realtà è la divisa dei prigionieri del lager. I due fanno subito amicizia e Bruno scopre che il suo amico si chiama Shmuel e che pare terrorizzato ogni volta che Bruno si avvicina al filo spinato. Infatti, mentre Bruno non sa nulla dei lager e della vita che conduce Shmuel, il bambino ebreo sa che parlandosi rischia di essere picchiato dalle guardie e che la morte è sempre dietro l’angolo.
Ne Il bambino con il pigiama a righe di John Boyne Bruno, giorno dopo giorno, raggiunge Shmuel, sempre senza che nessuno si accorga di questo pellegrinaggio. Comprende solo in parte cosa sta accadendo di là dal filo ma un po’ alla volta decide, per quel che può, di aiutare il suo amico, ad esempio portandogli qualcosa da mangiare. Dal canto suo Shmuel, pur avendo sempre paura, attende con ansia l’arrivo dell’amico anche solo per parlare con qualcuno.
Ma il dramma è dietro l’angolo. Mentre Bruno cerca un modo per far scappare Shmuel dal campo, alla fine sarà lui ad entrarci e ad indossare a sua volta il “pigiama”, anche se lui non è ebreo. Nessuno dei due bambini sa cosa li attende e, fino alla fine, la loro amicizia resta l’unica barriera contro l’odio e la brutalità e insieme vanno incontro al loro destino.
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