Il grande Enrico di Carolly Erickson

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Articolo aggiornato giorno 9 Marzo 2016

Il grande Enrico dell’autrice Carolly Erickson racconta la vita di uno dei monachi inglesi più conosciuti e più temuti a suo tempo, ovvero Enrico VIII.

S’inizia con l’infanzia di Enrico, che inizialmente non era erede al trono. Fu uno dei figli nati dall’unione tra Enrico VII, del casato dei Lancaster (che sconfisse Riccardo III di York e riuscì così a salire al trono) ed Elisabetta di York, nipote di Riccardo e figlia di re Edoardo IV. Il primogenito era infatti il fratello Arturo, principe del Galles e destinato a succedere al padre. Per Enrico, fin da piccolo un ragazzino esuberante e che amava mettersi in mostra, di fatto gettando sempre nell’ombra il più taciturno fratello maggiore, si prospettava invece una carriera ecclesiastica.

Fu Enrico ad accogliere la principessa spagnola Caterina d’Aragona al suo arrivo in Inghilterra, colei che diventò per poco tempo sua cognata, fino alla prematura scomparsa di Arturo. In seguito, questa principessa figlia dei re cattolici Isabella d’Aragona e Ferdinando di Castiglia sarebbe invece diventata la consorte di Enrico, la prima delle sue sei mogli.

Un personaggio in particolare accompagna Enrico dall’infanzia alla giovinezza, anche se più grande di lui per età e a corte per far compagnia, all’inizio, al principe Arturo: Charles Brandon. Orfano, Brandon fu allevato a corte (il nonno aveva combattuto a favore di Enrico VII contro Riccardo III) e diventò il miglior amico di Enrico, un’amicizia incrinata quando Brandon sposò la sorella di lui, Maria, senza il consenso di Enrico nel frattempo diventato re. Superato questo screzio, i due rimasero amici tutta la vita.

Su Enrico, si legge, ebbe molta influenza negativa la nonna paterna, Margaret Beaufort, una donna che aveva sognato il trono per il figlio Enrico VII per tutta la vita, bigotta e ambiziosa come non mai. Un’influenza resa possibile anche per la dipartita, a nemmeno quarant’anni, della madre di Enrico, Elisabetta di York, morta di parto (morirà anche la sua ultimogenita) e che porterà Enrico ad avere sempre timore delle donne, specie quelle di carattere forte, come di fatto furono Caterina d’Aragona, Anna Bolena, Anna di Cleves. Le altre moglie, Jane Seymour fu probabilmente la più remissiva, Chaterina Howard era solo un’adolescente ignara del potere del re (che infatti la decapitò coperto il suo tradimento) e Chaterina Parr, l’ultima moglie, il bastone della vecchiaia di Enrico.

Tra tradimenti, uccisioni, matrimoni, alleanze nate e sciolte (in particolare con la Francia)si svolse la vita di Enrico VIII, padre di una delle regine più influenti della storia inglese, ovvero Elisabetta I, colei che, figlia di Anna Bolena, seppe portare prosperità al suo popolo, colei con la quale si concluse il casato dei Tudor.
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Lara Zavatteri

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