Articolo aggiornato giorno 16 Dicembre 2017
Jack London, pseudonimo di John Griffith Chaney London (1876-1916), e autore di opere come Zanna Bianca e Il Richiamo della Foresta, nella sua prolifica carriera di scrittore firmò anche un paio di opere di fantascienza, fra cui Il Tallone di Ferro (1907), romanzo distopico che affronta il tema della dittatura e della repressione.
Il Tallone di ferro: la trama
Il Tallone di Ferro è un libro rivoluzionario, tanto che a fasi alterne nella storia rappresentò una sorta di “bibbia” per i simpatizzanti della rivolta popolare, al punto che lo stesso Ernesto Che Guevara pare debba il suo nome di battesimo al protagonista di questo romanzo (Ernest Everhard). London e sua moglie, d’altronde, erano militanti del partito socialista, che abbandonarono dopo qualche anno per le posizioni considerate moderate. E per dare la misura di quanto Il Tallone di Ferro influì sulla storia, lo stesso Mussolini ne fu stregato (e forse turbato), al punto che una volta giunto al potere ne vietò la ristampa e la diffusione.
Un libro visionario! penso di possa definire in questo modo Il Tallone di Ferro. Certamente scomodo e sobillatore, per certi aspetti, dato che affronta (ovviamente in maniera romanzata), l’eterna lotta fra proletariato e capitale, fra ricchezza e povertà, fra dominio delle masse e masse stesse, con tutte le inevitabili conseguenze del caso, non ultimi i massacri che la Storia stessa ci tramanda.
Il profeta di tutto ciò è Ernest Everhard, figura chiave della Seconda Rivoluzione che, nonostante l’arresto e l’esecuzione del suo stratega nel 1932 (nella storia narrativa), ebbe comunque sbocco e applicazione a opera dei suoi compagni rivoluzionari. Il racconto di tutto ciò e della vita di Ernest è affidato al diario della moglie Avis, ritrovato dopo secoli dalla morte di quest’ultima, figlia viziata di famiglia borghese che apre gli occhi, attraverso l’amore per il rivoluzionario Ernest, sull’intollerabile oppressione attuata dalla classe sociale cui appartiene, fino alle estreme conseguenze.
Va detto che Ernest fu solo una delle menti della Seconda Rivoluzione (soffocata nel sangue da parte del Tallone di Ferro, ovvero dalle oligarchie capitalistiche imperanti), dato che per definizione la rivoluzione è un qualche cosa di corale, che raccoglie attorno a sé i lavoratori di tutto il Mondo e che deve svilupparsi come azione congiunta. In tutto questo, tuttavia, nel romanzo è contenuto un senso di struggente sconfitta, proprio dello spirito rivoluzionario che, nonostante le buone intenzioni, spesso fatica a farsi largo nel cuore del popolo.
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