Articolo aggiornato giorno 9 Marzo 2016
Remissive, deboli nel fisico, sciocche nell’animo, da dare in sposa a piacimento per consolidare questa o quell’alleanza. Così venivano viste le donne nel Medioevo, le donne nobili, come lo fu Caterina, la figlia illegittima di Galeazzo Maria Sforza, la cui vita viene descritta nel libro La bastarda degli Sforza dell’autrice Carla Maria Russo.
È il 1463 quando nasce questa bambina, il cui padre è tanto potente quanto spietato e allo stesso tempo una sorta di mecenate dell’arte, una figlia illegittima in un’epoca in cui avere figli nati fuori dal matrimonio era una sorta di consuetudine e nessuno ne faceva uno scandalo, basti pensare all’epoca in cui persino i Papi mettevano su famiglia (i Borgia vi ricordano qualcosa?).
Caterina però non è una bambina, e in seguito una ragazza, come le altre. Non ha le “caratteristiche” che si richiedono al gentil sesso, non se ne sta in disparte, non si zittisce, non è affatto debole e ha un’idea precisa su chi è e che cosa vuole dalla vita. Un carattere indomito e ribelle insomma, che non va giù ne al padre ne in generale a nessuno, proprio perché in nulla Caterina risponde ai canoni della donna medievale. Anziché dedicarsi alla lettura dei testi sacri o al cucito, come fanno normalmente le dame, preferisce uscire a cavallo, tirare di scherma, cacciare nel parco, misurare la sua forza e resistenza fisica con l’esercizio, come farebbe un maschio.
La nonna Bianca Maria le farà però promettere ciò che Caterina mai vorrebbe per se stessa: accettare il destino che altri decideranno per lei. Una promessa che la nonna riesce ad ottenere dalla nipote, che acconsente a malincuore e che per quella promessa subirà angherie di ogni sorta.
Viene infatti costretta a delle nozze che non desidera, al fine di salvare il ducato minacciato da papa Sisto IV, un legame che le procurerà sofferenze sia fisiche sia psicologiche, con un marito violento e capace di farla sentire inutile. Caterina parrebbe piegata, annientata, ma così non è.
Sarà un pericolo reale, imminente, per lei e per i suoi figli, a risvegliare finalmente il suo carattere forte e coraggioso, tanto da venire soprannominata “Tygre”. Un libro bellissimo sulla forza di una donna.
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