[PDF] La Casa dello Spirito Dorato di Diane Wei Liang

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La Casa dello Spirito Dorato: la recensione
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Articolo aggiornato giorno 8 Luglio 2018

Diane Wei Liang (nata a Pechino nel 1966), firma nel 2011 La Casa dello Spirito Dorato (edito in Italia da Guanda nel 2013 e ripreso nel 2014 dal Gruppo l’Espresso, in una collana uscita con il quotidiano La Repubblica).

La Casa dello Spirito Dorato: la recensione

Pechino, dopo le Olimpiadi del 2008, è una metropoli caotica e confusionaria, dove la gente vive una vita troppo frenetica per accorgersi di quel che accade attorno, delle case abbattute e immediatamente sostituite da nuovissimi grattacieli, degli accattoni, della malavita, dei nuovi ricchi.

In questa ambientazione quasi teatrale si muove la giovane detective privata Mei Wang, la cui strada incrocia (malauguratamente?) quella della ricca e influente famiglia Song, proprietaria de La Casa dello Spirito Dorato, un’antica azienda farmaceutica, che produce quel portentoso medicamento che è la pillola per guarire i cuori infranti (la capacità evocativa degli orientali è eccezionale!).

Assoldata (è proprio il caso di dirlo) dall’avvocato Wudan, che protegge gli interessi della famiglia Song, Mei si vede proiettata in un vortice di eventi che ruotano attorno a La Casa dello Spirito Dorato (direttamente o indirettamente), intralciata spesso e volentieri dalla tentacolare burocrazia cinese, che con i suoi ispettori minaccia di far chiudere l’attività della giovane investigatrice. Mei avrà pestato i piedi a qualcuno che era meglio lasciar stare?

Riuscirà a svelare il segreto della Casa e di Wudan? A complicare ulteriormente la vita della povera Mei (come se la mafia russa non bastasse), ci sono il difficile rapporto con la madre e quello che la sorella Jin, celebre star televisiva.

Tutto questo costringerà Mei a un pesante bilancio personale, nel quale dovrà per forza di cose fare i conti anche col regime maoista che gli ha tolto il padre.

Una voce decisamente critica verso il regime cinese, quella Wei Liang, che tratteggia una situazione nazionale tutt’altro che semplice. Questo suo atteggiamento è chiaro soprattutto conoscendo la sua storia, dato che nel 1989 prese parte alle proteste di Piazza Tienanmen, in seguito alle quali è stata costretta a terminare gli studi negli Stati Uniti.