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Articolo aggiornato giorno 11 Dicembre 2024
Nel suo romanzo La disobbediente, Elizabeth Fremantle ci offre una visione intima e potente della vita di una delle pittrici più emblematiche della storia, Artemisia Gentileschi. Il libro, edito da Libreria Pienogiorno e pubblicato ad agosto 2024, con le sue 368 pagine, esplora la passione travolgente di Artemisia per l’arte, il suo destino da donna nell’Italia del XVII secolo e le sfide che ha dovuto affrontare per emergere in un mondo dominato dagli uomini. Con il suo stile narrativo evocativo e potente, Fremantle trasforma la storia di Artemisia in un potente inno alla resistenza, alla lotta per la libertà e all’autodeterminazione.
La disobbediente: la recensione
Artemisia Gentileschi, la protagonista del romanzo, è dipinta come una giovane donna con una passione indomita per l’arte. Sin da bambina, ha imparato dai segreti delle polveri dei colori, un’abilità che le scorre nelle vene e che alimenta la sua insaziabile curiosità. La Roma che la circonda, con i suoi misteri, i suoi segreti e le sue bellezze, è un mondo che Artemisia desidera ardentemente esplorare, ma che le è precluso. La società dell’epoca, infatti, non solo le nega l’accesso ai misteri dell’arte, ma le impone una condizione di sottomissione totale in quanto donna. Il corpo, l’anima, e anche il suo talento devono rimanere nascosti, silenziosi. Ma Artemisia è una donna che non accetta di restare in silenzio.
La sua forza interiore è il motore che la spinge a sfidare le convenzioni sociali, anche a costo di pagare il prezzo più alto. La sua ribellione non è solo contro le aspettative di genere, ma anche contro un padre, Orazio Gentileschi, che pur riconoscendo il suo straordinario talento, non può fare a meno di considerarla una fonte di frustrazione. Non è la donna che lui aveva sognato di educare, bensì una pittrice che, pur vivendo nell’ombra di un mondo maschile, lotta per affermarsi come artista. Orazio Gentileschi, pur essendo lui stesso pittore, vede il suo talento come un qualcosa da soffocare per paura che la sua arte la ponga al di sopra di lui.
La violenza e la lotta per la libertà
Uno dei momenti più devastanti del romanzo è l’incontro con Agostino Tassi, un pittore che, entrando nella vita dei Gentileschi, offre ad Artemisia una visione di possibilità artistiche mai immaginate prima. Tuttavia, Tassi si trasforma presto in un predatore, e quello che sembrava un sogno di libertà artistica diventa un incubo. La violenza subita da Artemisia, nel romanzo come nella realtà storica, segna un punto di svolta nella sua vita. Tassi non solo le ruba l’innocenza e la speranza, ma la costringe a confrontarsi con il sistema patriarcale che difende l’impunità degli uomini, mentre nega la giustizia alle donne.
Nonostante il dolore e la violenza, Artemisia non si piega. Decide di intraprendere una lotta legale per denunciare il suo aggressore, una scelta che, oltre a metterla in una posizione di estremo pericolo, diventa una dichiarazione di indipendenza e forza. In un contesto dove le donne sono costrette al silenzio, Artemisia non ha paura di alzare la voce e sfidare l’ordine costituito. La sua battaglia per ottenere giustizia, purtroppo, non la rende immune dalle sofferenze, ma le dà la possibilità di affermare la propria dignità e il proprio diritto di essere riconosciuta come artista.
L’autodeterminazione di una donna in un mondo maschile
Il romanzo è un atto di rivendicazione dell’autodeterminazione femminile. Artemisia non è solo una pittrice, ma una donna che vuole vivere la sua vita secondo le proprie regole, senza essere costretta a seguirne di imposte. La sua arte è la sua voce, il suo modo di sfidare le convenzioni, di gridare al mondo che una donna può essere non solo madre e moglie, ma anche un’artista di straordinario talento.
Elizabeth Fremantle, attraverso la figura di Artemisia, riesce a raccontare una storia universale di lotta contro le ingiustizie e le oppressioni, portando il lettore a riflettere sul peso della violenza sulle donne e sulla forza di chi, nonostante tutto, decide di non arrendersi. La pittura diventa per Artemisia uno strumento di autodifesa e di riscatto, ma anche un mezzo per sfuggire alle gabbie sociali che la imprigionano.
Lo stile di Elizabeth Fremantle
Lo stile di Fremantle è elegante e incisivo, capace di immergere il lettore nell’intimità del Rinascimento italiano, con la sua Roma barocca e le sue passioni violente. La narrazione fluida e dettagliata cattura l’epoca e le sue contraddizioni, ma soprattutto riesce a rendere palpabile il conflitto interno di Artemisia. La scrittura di Fremantle fa sentire la protagonista come una donna autentica, che lotta con tutte le sue forze per vivere la sua vita come desidera, nonostante il contesto che la costringe a nascondersi.
Conclusioni
La disobbediente è un romanzo che va oltre la semplice biografia di Artemisia Gentileschi. È un racconto che celebra la forza, il coraggio e l’indomito spirito di una donna che, nonostante le difficoltà e le violenze della sua epoca, ha scelto di non arrendersi. Elizabeth Fremantle, con il suo talento narrativo, ci regala una storia potente e commovente che resta nel cuore del lettore, lasciando una riflessione profonda sulla condizione femminile, sulla lotta per la giustizia e sull’importanza di non smettere mai di lottare per la propria libertà. Un capolavoro da leggere e da apprezzare per la sua intensità emotiva e storica.
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