Articolo aggiornato giorno 17 Maggio 2016
La Lobby di Dio di Ferruccio Pinotti (edizioni Chiarelettere del 2010) è un libro difficilmente classificabile. In prima analisi potrebbe essere inteso come un romanzo-inchiesta, ma leggendolo e penetrando il mondo rappresentato da Comunione e Liberazione e dalla Compagnia delle Opere si scopre un universo parallelo di potere e affarismo, dove (quasi) tutto è permesso, dove i ruoli di potere sono occupati da politici e affaristi se non “affiliati” comunque conniventi, dove lo Stato Sociale e non solo vengono piegati e deformati a uso e consumo di un network (come amano definirlo) che conta più di 300.000 aderenti e 34.000 imprese collegate.
La Lobby di Dio: la trama
L’insegnamento originario con cui Don Giussani (il padre fondatore di Comunione e Liberazione) intese fondare e diffondere la sua creatura fu quello di portare la parola di Cristo nella società attraverso il lavoro. Questa massima, questa idea cui tendere, è stata però negli anni distorta e applicata quasi a un unico scopo: fare impresa. Ecco che allora, nei decenni successivi agli anni ’50 (nasce nel 1954) Fare Impresa e Assistenzialismo sono diventati termini di un lessico specifico, che già da soli fanno capire da che parte pende un appalto o un accordo commerciale.
“L’obiettivo di Comunione e Liberazione? Il prossimo Papa e il prossimo Premier“, è la massima che ricorre nelle alte sfere di CL; massima piuttosto credibile se si pensa che Angelo Scola è stato a un passo dal Pontificato poi assegnato a Bergoglio e che Formigoni è stato a lungo ritenuto il possibile successore di Berlusconi (se non fosse stato per i processi e le condanne…). Per non parlare del Meeting di Rimini (e dei gruppi che lo sponsorizzano fra cui la COOP), diventato ormai un appuntamento imprescindibile per la politica italiana (Movimento 5 Stelle compreso) e per le imprese.
La Lobby di Dio è certamente un’inchiesta, che sviscera i rapporti fra una delle più potenti lobby di potere italiane con la politica, con lo Stato, con la Società, scoperchiando alcune delle inchieste più scottanti degli ultimi decenni, dalla figura di Formigoni (e con lui gli appalti nella sanità) in Lombardia alla ricostruzione de l’Aquila post-terremoto, dal business delle scuole paritarie alle azioni di solidarietà “deviata” fino al mondo delle cooperative e agli scandali internazionali.
Inchieste come Why Not in calabria o lo scandalo Oil for Food sono solo alcune delle inchieste più altisonanti in cui è incappata Comunione e Liberazione, e dalle quali emergono intrecci di potere e tangenti non solo nazionali ma anche internazionali. Se infatti è tanto vero che CL è una creatura tutta italiana, è altrettanto vero che la Compagnia delle Opere (braccio economico di CL) è una piovra internazionale, che tesse rapporti con Governi e multinazionali (ma non solo) in tutto il mondo, dall’Europa al Sud America (dove è particolarmente incisiva) fino agli Stati Uniti.
La Lobby di Dio rappresenta quindi, a mio giudizio, un testo imprescindibile per chiunque voglia farsi un’idea sull’universo ciellino, nel bene o nel male, e che fornisce una fotografia asettica delle implicazioni giudiziarie di alcune politiche spregiudicate. Il Volume è stato molto osteggiato dal mondo di Comunione e Liberazione, fortemente critico verso l’immagine di sè che ne emerge, e pur tuttavia ritengo che forse proprio per questo sia necessario leggerlo.
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