La verità degli inascoltati, dei reclusi, degli abbandonati. La verità sui manicomi, sulle torture inflitte da esseri umani ad altri esseri umani. In La prima verità l’autrice Simona Vinci esplora questo universo, da un lato quello che poteva essere il suo, dall’altro quello di un’isola dove pazzia e dolore vanno di pari passo.
La prima verità: la trama
Il libro parte infatti con la visione di una bambina legata ad un letto di ospedale, ma non un ospedale qualunque bensì un ospedale psichiatrico, in un periodo in cui ancora si praticava l’elettrochoc su coloro che venivano definiti ineducabili.
La scrittrice riflette sulla fortuna di essere nata quando certe pratiche non venivano più consentite, essendo stata anche lei definita ineducabile. Ma quanti, invece, hanno subito l’elettrochoc, i maltrattamenti, tutta una serie di torture inutili, quanti non hanno avuto voce, quanti magari soli depressi sono stati portati sull’orlo o dentro l’abisso proprio da queste sevizie? Tanti, troppi e per troppo tempo.
Torture praticate su esseri umani da altri esseri umani, in un modo sadico e con conseguenze fisiche e psichiche spesso irreparabili. Da questa sua fortuna e da un’esperienza per fortuna non vissuta, Simona Vinci parte per raccontare di un altro inferno, quello dell’isola adibita a manicomio di Leros, in Grecia, dove finirono insieme malati psichici e poi coloro che si opponevano alla dittatura dei colonnelli, oltre ad intellettuali e poeti.
Storie che vedono per protagonisti donne e uomini, intellettuali e analfabeti, accomunati dalla prigionia, dall’orrore delle torture, da un vero e proprio lager in cui sono confinati, dimenticati, in cui spariscono dalla faccia della terra, alcuni ancora aggrappati alla volontà di opporsi alla condanna, altri ormai rassegnati da tempo.
In “La prima verità” si cerca di dar voce a chi voce non ne ha, a coloro che nei manicomi subirono di tutto senza poter parlare, a chi nei manicomi ha trascorso la sua intera esistenza senza poter più contare su un futuro, a chi su un isola diventata lager ha perso ogni cosa, casa, famiglia, amici, a chi solo ha dovuto essere vittima in modi atroci e disumani. Un libro che parla di violenza, di ogni sorta, di uomini verso altri uomini, di dolore indicibile, di speranze infrante per sempre sia nei manicomi, dove praticamente tutto era consentito verso pazienti inermi, sia nel lager di Leros. In entrambi i casi una verità scomoda, spesso taciuta, un tabù che ancora sconvolge, ma che viene raccontato in queste pagine, per conoscere e per non dimenticare mai più.
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