Articolo aggiornato giorno 24 Aprile 2016
La Prima Regola degli Shardana è il secondo romanzo di Giovanni Floris, giornalista nato a Roma e attualmente conduttore di “Di Martedì” in onda su La7, e rappresenta a mio modesto parere un piccolo e divertente gioiello, forse non originalissimo nella trama (amicizia e calcio sono temi un po’ triti), ma certamente unico nell’ambientazione: l’Ogliastra più profonda, cuore di una Sardegna che sembra quasi un mondo a sè stante, con le sue abitudini, la sua diffidenza verso il “continente” (come i sardi chiamano tutto ciò che non è isola), il suo orgoglio.
La Prima Regola degli Shardana un libro di amicizia e calcio
Giuseppe (giornalista di grande fama e ormai stufo del jetset romano), Raffaele (imprenditore fallito, sposato con la Stronza e genero del disonesto Cav. Quattrociocchi), e Sandro (avvocatucolo che si barcamena con qualche piccola truffa, solo per mantenere viva la sua vera passione, ovvero il teatro), sono i tre protagonisti di questo La Prima Regola degli Shardana, che li vedrà impegnati in un’avventura ai limiti dell’assurdo in Sardegna, fra squadre di calcio locali, bande di mafiosi rom e imprenditori senza scrupoli.
Ridotto ormai sul lastrico, Raffaele tenta il colpo gobbo della sua vita acquistando la squadra di calcio del Prantixedda (si legge prantisgedda) Inferru, piccolo borgo dell’Ogliastra dove vivono i suoi genitori (tornati nella terra natale dopo una parentesi romana), e di cui è sindaco “Merda” Crisponi, ex compagno del liceo, viscido figuro di molto dubbia moralità (il soprannome la dice lunga fin dall’inizio).
Nell’affare sono coinvolti anche il Cav. Quattrociocchi, che finanzia Raffaele (ma solo per suo tornaconto personale), e l’imprenditore mediatico di fama internazionale Feliciani. Scopo dell’operazione sarà iscrivere la squadra di calcio alla Coppa Sarda e farla miseramente ritirare dal torneo, dichiarando bancarotta. Senza voler svelare nulla dei motivi di tale operazione, dirò solo che la trama si snoda fra colpi di scena degni del primo Benni, con descrizioni e situazioni che mi hanno ricordato molto il ritmo narrativo dei romanzi di Guccini/Macchiavelli. Il tutto ovviamente condito dal Sole, dai profumi, dai sapori, dalle sensazioni di una Sardegna che non vuole arrendersi al malaffare.
La Prima Regola degli Shardana è un romanzo di amicizia, di legami forti come possono esserlo solo quelli nati durante gli anni adolescenziali, di quelli che non muoiono facilmente e che anzi risorgono sempre più solidi e permettono di tornare giovani, di ricominciare a sognare, anche quando la vita sembra aver sbattuto in faccia tutte le porte.
La Prima Regola degli Shardana è divertente e presenta un ritmo serrato e sempre ricco di colpi di scena, dove ogni singolo componente della sgangherata squadra di calcio del Prantixedda Inferru resterà impresso a fuoco nella memoria, e nascerà spontanea una empatia come raramente accade.
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