Articolo aggiornato giorno 15 Giugno 2024
La Storia dell’Acqua è il secondo romanzo di una quadrilogia di ispirazione ambientalista scritta dalla norvegese Maja Lunde nel 2017 ed edito in Italia da Marsilio nel 2018.
La Storia dell’Acqua: la recensione
In maniera analoga a La Storia delle Api, il romanzo si sviluppa su due piani narrativi. Il primo ha come ambientazione i gironi nostri e la protagonista è la sessant’enne Signe che, a bordo della sua barca Blå (blu, in lingua scandinava), girovaga fra il Mar Baltico, il Mare del Nord e l’Oceano, almeno fino al giorno in cui scopre che il suo ex marito, nel frattempo trasferitosi in Francia vicino a Bordeaux, sta sfruttando il ghiacciaio sopra al loro paesino natale per vendere cubetti di ghiaccio a ricchi sceicchi arabi. Infuriata per la scoperta, Signe decide di sabotare il carico di ghiaccio ancora ormeggiato al porto e di portare personalmente al suo ex marito alcune delle casse contenenti i cubetti preconfezionati.
La seconda vicenda ruota invece attorno alla figura di David, giovane padre francese alle prese con sua figlia Lou e in fuga dall’ennesimo incendio che ha devastato il Sud della Francia, compresa la loro casa.
Il Pianeta è ormai quasi completamente ridotto a un deserto di sabbia e roccia, dato che piove solo al di sopra di certe latitudini, e le migrazioni causate da disastri ambientali sono ormai una dura realtà. Le comunicazioni e la tecnologia hanno smesso di funzionare, il Sole inaridisce il terreno e gli incendi continui lo rendono sterile. Allo scoppio dell’ennesimo incendio, David ha abbandonato il suo paese con la moglie e i figli, ma nella fuga e nel fumo si è ritrovato da solo con Lou, e ora sta cercando di sopravvivere in una dura marcia verso nord.
Un altro accorato appello di Maja Lunde a tutti noi e alle nostre abitudini quotidiane, che stanno lentamente distruggendo l’unico pianeta che abbiamo.
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