L’appello di Alessandro D’Avenia

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Articolo aggiornato giorno 23 Maggio 2024

L’appello scritto da Alessandro D’Avenia edito da Mondadori, pubblicato il 3 novembre 2020.

L’appello è un romanzo che racconta il complesso l’universo scolastico visto attraverso gli occhi di un maestro “ Omero Romeo” cieco, che viene chiamato come supplente in una classe problematica.

L’appello: la recensione

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L’appello: tutto parte da qui. “Omero” maestro di scienze chiamato come supplente in una classe ghetto i cui elementi che la formano sono casi disperati, non potendo vedere i volti dei suoi allievi inventa un nuovo modo di fare l’appello. Per “Omero” la sfida sembra impossibile. Il protagonista mette in dubbio anche la capacità di insegnare e addirittura di vivere a causa della sua cecità che pensa inizialmente che sia una debolezza e non un punto di forza per vedere attraverso occhi nuovi ciò che vivono ogni giorno i suoi alunni.

L’appello, è ciò con cui comincia ogni giorno “Romeo” con i propri ragazzi, per poi attuare il nuovo metodo che consiste nello sfiorare i volti “leggendo” attraverso la pelle gli stati d’animo di ognuno e chiedendo di raccontarsi. Davanti ai suoi occhi si aprirà un mondo basato sulle debolezze, sulle poche gioie, sui sogni e sulle aspirazioni di ogni suo allievo.

Omero riuscirà a “leggere” la sofferenza di Stella che non riesce ad elaborare il lutto per la perdita del padre quando lei aveva dieci anni. Leggerà la frustrazione di Elena che delude le aspettative del padre che la immaginava bellissima come la protagonista della tragedia greca. Scoprirà il genio del computer Achille che però deve fare i conti con la sua malattia: l’asma.

Ascolterà il rapper Cesare detto Ruggine per via del colore sei suoi capelli che compone i suoi rap poetici in rima. Conoscerà la volontaria Caterina che presta servizio solo alle persone con handicap perché essi non posso fingere la loro vera natura.

Comprenderà la rabbia di Ettore rimasto solo dopo la morte del nonno. Entrerà nel mondo di Elisa la Viaggiatrice che ama perdersi tra i boschi ma odia il suo corpo. Immaginerà Oscar che si sente solo se stesso quando indossa i guantoni e sale sul ring. Si immedesimerà in Mattia che come Rimbaud vagabondo è schiavo delle droghe. Infine conoscerà il mondo luminoso che vede Aurora che preferisce non prendersi troppo sul serio.

Se da un lato i ragazzi accetteranno con entusiasmo il nuovo metodo che permette loro di creare una relazione in cui maestro e discepolo, insegnano e imparano a conoscere se stessi, dall’altro lato scaturisce malumore tra i genitori ed i membri del corpo docente. Il professore Romeo non spiega scienze in modo arido, ma spinge i ragazzi a porsi interrogativi sul mondo che li circonda. La meravigliosa struttura della realtà, della vita e i misteri dell’eternità.

Nel romanzo emerge l’interesse dei ragazzi verso il professore cieco, affascinati da questo nuovo metodo che si scontra con la rigidità dell’insegnamento tradizionale. D’adesso parte il sogno di “Omero Romeo” la “rivoluzione” una scuola in cui l’insegnante e l’allievo apprendono la formula di vita per diventare ciò che sono e non ciò che le viene imposto di essere.

Giovanni
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