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Articolo aggiornato giorno 8 Luglio 2018
Natalia Ginzburg, scrittrice nata nel 1916, è nota ai lettori soprattutto per la sua opera più famosa, ovvero Lessico famigliare in cui raccontava la sua famiglia e la sua infanzia. Mai devi domandarmi è una sorta di continuazione di quell’opera, un libro per conoscere la scrittrice negli anni in cui, giovane madre, si ritrovò a doversi reinventare una vita.
Natalia Ginzburg infatti era sposata a Leone Ginzburg, antifascista morto in carcere, dopo essere stato arrestato, nel 1944. Natalia si ritrova perciò sola, con 3 bambini, spaesata. Riuscirà a inventarsi una nuova vita, si risposerà e ciò che accade nella sua vita lo si può leggere appunto in Mai devi domandarmi.
Mai devi domandarmi: la trama
I capitoli del libro non seguono un ordine preciso, non si leggono in ordine temporale. Si comincia infatti con la volontà di Natalia e del secondo marito di trovare una nuova casa, con tutte le difficoltà del caso, per passare ad un capitolo in cui parla della vecchiaia. Natalia racconta la sua pigrizia, un difetto che, spiega, l’ha sempre contraddistinta, tuttavia da sola riesce a trovare un lavoro in una casa editrice, a mantenere se stessa e i suoi figli, a continuare il lavoro di scrittrice.
Racconta anche delle sue passioni. Una è la musica lirica, anche se non segue le storie, non legge i libretti dell’Opera, ma certe arie le tiene a mente per sempre, come appunto la frase mai devi domandarmi tratta da un’opera di Richard Wagner, che dà il titolo al libro. Uno dei rammarichi è non aver compreso la grandezza di una poetessa come Emily Dickinson. La Ginzburg narra di aver visitato la sua casa, ma senza aver compreso la grandezza della poetessa, perciò con occhio poco attento, mentre leggendo alcuni suoi lavori in seguito ne capisce il genio e anche se di pittura dice di intendersene poco, tra i quadri che preferisce c’è “L’urlo” di Munch, che sempre le dà da pensare cosa mai griderà la figura ritratta dal pittore.
In Mai devi domandarmi la scrittrice racconta ancora, a tratti, della sua infanzia, dello studiare in casa, del rapporto con gli altri bambini, dei suoi libri preferiti tra cui “Cuore” di De Amicis e ancora del suo modo di vivere e di quello dei nipoti, figli dei suoi figli, in un mondo in cui lei stessa non si riconosce.
Se in “Lessico famigliare” Natalia Ginzburg narrava la sua infanzia, in “Mai devi domandarmi” regala al lettore frammenti sparsi della sua vita da adulta, di madre, moglie, intellettuale, narrando al contempo come il mondo sia cambiato. Un classico da leggere per tutti coloro che hanno amato “Lessico famigliare” , per conoscere questa scrittrice scomparsa nel 1991, la sua vita avventurosa e non facile, la sua scrittura che commuove e diverte.
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