Malastagione (ed. Mondadori, 2012) è un romanzo scritto dall’ormai consolidata e affiata coppia costituita da Francesco Guccini e Loriano Machiavelli, e che và ad ampliare quell’immaginario così coinvolgente di personaggi e storie ambientate sull’appennino tosco-emiliano, iniziato tanti anni fa con Macaronì (ed. Mondadori, 1998).
Malastagione: la trama
È l’imbrunire quando Adùmas si trova appostato fra i castagni, poco lontano da Casedisopra (paesino incastonato sull’appennino tosco-emiliano). Lui non è un bracconiere, è solo un montanaro, una delle poche anime di quei posti che, di tanto in tanto, si infila il fucile a tracolla e se ne va per boschi, a respirar solitudine. Il padre lo ha chiamato così perché era un grande amante de I tre Moschettieri (scritto, per l’appunto, da A. Dumas), e Adùmas tiene fede a quella nomea, circondato da un’aura quasi da vecchio saggio scorbutico e solitario. Mentre riflette di filosofia spiccia, Adùmas beve qualche sorso di grappa e aspetta, come spesso si fa in montagna, ed è proprio in questa attesa letargica, con il Sole ormai basso fra le guglie di roccia, che Adùmas vede quello che non avrebbe mai voluto vedere.
Per un attimo una bestia enorme, un cinghiale, attraversa il suo campo visivo. Quello che però gli fa congelare il dito sul grilletto non è tanto la taglia dell’animale (invero notevole) quanto ciò che questo porta in bocca: un piede umano.
Adùmas ne è sicuro, al punto che contrariamente alla sua natura schiva corre in paese e racconta tutto alla gente del bar, luogo di incontro e scambio di opinioni. Altrettanto sicuri non sono però i concittadini di Casedisopra, che invece sospettano (e neanche tanto velatamente), che il nostro montanaro abbia alzato un po’ troppo il gomito, e che il piede umano se lo sia belle che sognato. L’unico che dà credito al vecchio è Poiana, al secolo Marco Gherardini, giovane ufficiale della forestale, che ha già un grosso bagaglio di esperienza fra quei monti ed è ben consapevole che i castagni possono nascondere grandi segreti. Così inizia un’indagine che lo porterà a scontrarsi con affari locali, notai senza scrupoli e una gestione del territorio quanto meno discutibile.
Come spesso accade, anche in Malstagione Guccini ci apre spaccati di storia del nostro territorio relativi alla Seconda Guerra Mondiale, regalandoci un romanzo serrato e dai forti contesti storici, portando così le nostre radici ancor più in profondità.
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