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Articolo aggiornato giorno 19 Novembre 2025
Mandorla amara, il nuovo giallo di Cristina Cassar Scalia, ci riporta nella Sicilia più intensa e misteriosa, con la protagonista ormai familiare ai lettori: la vicequestore Vanina Guarrasi. Dopo i precedenti romanzi, l’autrice dimostra ancora una volta la sua abilità nel costruire trame intricate e avvincenti, in cui il ritmo serrato degli eventi si intreccia a un’attenta caratterizzazione dei personaggi.
Questo nuovo capitolo della saga di Vanina Guarrasi si apre con un mistero davvero singolare: sette cadaveri su uno yacht alla deriva, vittime di un avvelenamento tanto insolito quanto affascinante dal punto di vista investigativo.
La trama: sette cadaveri e un avvelenamento misterioso
La vicenda prende il via in una calda mattina di luglio, quando l’avvocata Maria Giulia De Rosa e il medico legale Adriano Calí, protagonisti occasionali ma essenziali per l’inizio dell’indagine, escono per una gita in mare. L’atmosfera di svago e leggerezza viene presto spezzata da un avviso della capitaneria di porto che segnala una grossa imbarcazione in difficoltà.
Il tentativo di soccorso dei due protagonisti è purtroppo inutile: a bordo dello yacht, descritto come un vero e proprio panfilo, tutti i presenti sono morti. La scoperta dell’omicidio è tanto rapida quanto inquietante: Calí, grazie alla sua esperienza di medico legale, individua senza esitazioni la causa delle morti, un avvelenamento da cianuro, probabilmente mescolato a del latte di mandorla, elemento che dà il titolo al romanzo e aggiunge un dettaglio suggestivo e quasi inquietante all’indagine.
Vanina Guarrasi: il cuore pulsante dell’indagine
Qui entra in scena la figura centrale di tutta la saga: Vanina Guarrasi. Nonostante stia attraversando un momento personale difficile, la vicequestore non esita a rientrare nel capoluogo etneo per affrontare quella che si preannuncia come un’indagine complessa e dalle molte sfaccettature.
La protagonista si trova a dover districare un caso in cui ipotesi, sospetti e stranezze si sovrappongono, creando un abisso di incertezze da cui emerge la tensione tipica dei migliori gialli. Vanina si muove con determinazione, supportata, anche se a distanza, dal commissario in pensione Biagio Patanè.
L’anziano poliziotto, che stavolta può aiutare solo per telefono perché a Palermo accanto alla moglie Angelina dopo un delicato intervento al cuore, mantiene un ruolo fondamentale: la sua esperienza e il suo rapporto con Vanina aggiungono profondità emotiva alla narrazione, creando un equilibrio tra azione e introspezione psicologica.
L’ambientazione siciliana e la tensione narrativa
Il contesto siciliano, ancora una volta, gioca un ruolo cruciale nel romanzo. L’ambientazione non è solo scenografica, ma contribuisce a creare una tensione palpabile e a rafforzare l’atmosfera di mistero. L’autrice riesce a intrecciare descrizioni dettagliate con un ritmo narrativo serrato, evitando rallentamenti inutili e mantenendo costante l’attenzione del lettore. Lo yacht alla deriva, simbolo di isolamento e vulnerabilità, diventa il fulcro dell’indagine e amplifica il senso di suspense, mentre i dettagli della scena del crimine – dal metodo dell’avvelenamento ai piccoli particolari che emergono durante l’indagine – conferiscono autenticità al racconto.
Vanina Guarrasi, come sempre, è il cuore pulsante della storia. La sua determinazione, la lucidità investigativa e la capacità di affrontare momenti personali difficili senza compromettere l’efficacia sul lavoro la rendono un personaggio credibile e affascinante. In Mandorla amara, la vicequestore non solo deve districare un caso complesso, ma anche gestire la propria emotività, creando una tensione narrativa che va oltre il semplice giallo. Il rapporto con Biagio Patanè, la cui presenza indiretta rafforza il senso di continuità con i romanzi precedenti, arricchisce il quadro umano della vicenda, dando al lettore un’ulteriore dimensione su cui riflettere.
Conclusione: un giallo consigliato a tutti gli appassionati
In conclusione, Mandorla amara conferma il talento di Cristina Cassar Scalia nel panorama del giallo contemporaneo italiano. Il romanzo unisce un mistero complesso e originale, personaggi ben costruiti e un’ambientazione evocativa, il tutto filtrato attraverso la lente della vicequestore Vanina Guarrasi. Sette cadaveri, un avvelenamento insolito e una trama ricca di ipotesi e sospetti rendono la lettura avvincente e coinvolgente, adatta a chi ama i gialli intelligenti e ben strutturati. La capacità dell’autrice di dosare colpi di scena, tensione e approfondimento psicologico dei personaggi fa di questo libro una lettura consigliata non solo ai fan della serie, ma a chiunque apprezzi un buon thriller investigativo con un forte senso di realismo e di empatia verso i protagonisti.
In definitiva, Mandorla amara è un giallo che sa sorprendere e coinvolgere, un romanzo in cui l’ingegno investigativo si combina con la profondità emotiva dei personaggi, confermando Cristina Cassar Scalia come una delle voci più solide e appassionanti della narrativa poliziesca italiana contemporanea.
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