Articolo aggiornato giorno 5 Marzo 2016
Immaginiamo di essere seduti, voi e io, a parlare del più e del meno e a sorseggiare una tazza di tè verde, e che il discorso cada su un fatto avvenuto tanto tempo prima e che io vi dica: «Il pomeriggio in cui incontrai quell’uomo… fu il più bello della mia vita, e anche il più brutto». Sono convinta che mettereste giù la vostra tazza e replichereste: «Be’, com’è possibile? Era il più bello o il più brutto? Una cosa esclude l’altra!». la verità è che il pomeriggio in cui incontrai il signor Tanaka fu al tempo stesso il migliore e il peggiore della mia vita.[…], se non l’avessi conosciuto, sono sicura che non avrei mai fatto la geisha.
Con queste parole ha inizio l’incredibile storia della piccola Chiyo, narrata nel romanzo Memorie di una geisha di Arthur Golden, del 1997.
Per intercessione del signor Tanaka, Chiyo abbandona la sua casa “ubriaca” nel piccolo villaggio Yoroido per trasferirsi a Gion, nell’okiya Nitta, una delle case che ospitano le geishe. La sua nuova famiglia sono le donne dell’okiya: la Madre, la Nonna, Zietta, la coetanea Zucca e la bella ma crudele geisha Hatsumomo. Chiyo viene scelta come apprendista geisha, ma il destino le è avverso e finisce relegata al ruolo di serva. Passano gli anni, ma il tormento per ciò che ha perso non l’abbandona e un giorno in un momento di tristezza, sulle rive di un torrente, un uomo le si avvicina per consolarla…questo incontro, quest’uomo cambieranno per sempre il corso della sua vita. Infatti, poco tempo dopo Chiyo vestirà di nuovo i panni, anzi il kimono dell’apprendista geisha e diventerà la geisha Sayuri…con il desiderio di essere una delle più grandi geishe di Gion e incontrare di nuovo l’uomo che ha reso tutto ciò possibile.
La storia di Chiyo/Sayuri è nata dalla fantasia di Arthur Golden, ma ciò non toglie che sia veritiera, in quanto tutto il mondo delle geishe descritto nel romanzo, dalla cerimonia del tè al valore dei kimono, è frutto di attente ricerche e di informazioni ricavate dal racconto della vita di una vera e propria geisha, Mineko Iwasaki, che troviamo citata tra i ringraziamenti alla fine del romanzo. Sono sorti anche dei contrasti tra l’autore e quest’ultima, che dopo la pubblicazione del romanzo citò in giudizio Golden per diffamazione; l’accordo tra i due prevedeva che venisse modificato il nome della geisha (esplicito nei ringraziamenti), in quanto nel mondo delle geishe vi è un tacito obbligo di riservatezza. Mineko inoltre accusò l’autore di aver definito le geishe come delle prostitute d’élite, ma Golden descrive in modo molto velato e distaccato tutto quello che potrebbe portare il lettore ad una simile supposizione e mostra la geisha come una donna libera nelle proprie scelte e nel caso specifico, tutte le decisioni prese da Sayuri hanno un unico scopo, avvicinarla all’uomo che ama.
Leggere questo romanzo è stato come ascoltare l’appassionante storia di una vecchia amica e alla fine, con gli occhi lucidi dirle addio.
[alert type=”black”]Memorie di una geisha Libro[/alert]
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