Articolo aggiornato giorno 21 Giugno 2018
Il mercante d’arte di Hitler dell’autore Meike Hoffman con Nicola Kuhn racconta la storia vera del collezionista che per conto di Adolf Hitler, durante la seconda guerra mondiale, trafugò moltissimi capolavori d’arte.
Il Mercante d’arte di Hitler: la trama
Si sa che Adolf Hitler ha veramente dato ordine di rubare, trafugare, nascondere chissà dove quadri e oggetti d’arte di inestimabile valore e questo libro racconta probabilmente solo una piccola parte della vicenda. Come detto si tratta di una storia vera, raccontata dai due autori dopo accurate ricerche negli archivi del Terzo Reich, dove hanno trovato anche la storia del mercante d’arte di Hitler.
Costui era un curatore di mostre e, come molti all’epoca di Hitler, decise di arricchirsi collaborando attivamente con il potere. Il modo per farlo era mettersi al servizio di Hitler e trafugare opere d’arte diventando un mercante delle stesse nei territori occupati. Un lavoro che ha impoverito per anni l’umanità di capolavori di grandi artisti, per il quale il mercante era pagato profumatamente.
La storia de Il mercante d’arte di Hitler in realtà è narrata da suo figlio, nel 2010. Mentre si trova in viaggio in treno, dopo un normale controllo, gli vengono trovati cuciti addosso ben 9 mila euro, cifra esorbitante per un pensionato. Dopo delle ricerche si arriva a scoprire che Cornelius Gurlitt, questo il suo nome, è cittadino tedesco e vive praticamente come un senza tetto in una casa a Monaco. Se però la sua vita è a dir poco frugale, ciò che contiene la sua abitazione è un vero e proprio tesoro.
Si scoprono infatti oltre duemila opere che si credevano distrutte dopo il bombardamento di Dresda nel 1945, sopravvissute invece a casa di Cornelius. Si tratta di dipinti di Matisse, Picasso, Canaletto, Rodin, per citare alcuni nomi, tutti quadri “tornati alla luce” di valore incalcolabile. Cornelius svela che si tratta dell’eredità lasciatagli dal padre, ovvero proprio dal mercante d’arte di Hitler, Hildebrand Gurlitt, che requisì per anni le opere degli artisti ebrei oltre a tutta l’arte che per il regime nazionalsocialista veniva definita “degenere”.
Il mercante d’arte di Hitler racconta un storia vera, riesumando le modalità con cui era solito procedere il regime nazista, ovvero distruggendo-lo si fece, ad esempio, con i roghi dei libri– o razziando le opere d’arte, forse ancora molte da riscoprire ai giorni nostri. Una storia che merita di essere letta, con un inserto fotografico all’interno sulla famiglia di Cornelius, alcuni momenti storici salienti e alcuni dei dipinti protagonisti della storia. La Grande Storia si fonde con la storia personale di Cornelius e Hildebrand e così l’arte, in un romanzo per comprendere che il nazismo ha volutamente occultato moltissime opere d’arte, molte delle quali, forse, non saranno mai ritrovate.
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