Mia nonna d’Armenia di Anny Romand

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Articolo aggiornato giorno 21 Maggio 2024

Mia nonna d’Armenia di Anny Romand è un libro uscito nel 2020 e pubblicato da La Lepre Edizioni nella collana Visioni. Ha 128 pagine, disponibile cartaceo.

Mia nonna d’Armenia: la recensione

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Poco o nulla si sapeva del massacro perpetrato ai danni della popolazione armena, tra il 1915 ed il 1916, prima della pubblicazione del libro “La masseria delle allodole” di Antonia Arslan. Mia nonna d’Armenia è un po un diario un po’ il racconto di quanto accadde alla nonna dell’autrice, Anny Romand, che decide di far parlare se stessa bambina per narrare la storia crudele, terrificante e inenarrabile capitata alla nonna.

Nel 2014 Anny trova per caso un vecchio quaderno, appartenuto alla nonna, scritto in armeno, ma anche in francese e greco. È un diario di una donna che ha subito la deportazione, il lungo cammino nel deserto, ha visto in faccia la morte, ma è una storia che Anny ricorda. Sì, perché quando era bambina la nonna raccontava a lei la sua storia, lei che sola sapeva ascoltare, anche se la storia faceva paura, faceva venire le lacrime agli occhi, faceva piangere. Anny bambina, depositaria delle memorie della nonna, si fonde con la Anny adulta che ritrova la storia tramandata oralmente nel diario e decide di farne un libro, mescolando le due cose.

Nasce così “Mia nonna d’Armenia” in cui Anny Romand racconta la storia della nonna Serpouhi, una dei tanti armeni rimasta vittima del Genocidio armeno perpetrato dall’impero ottomano, a lungo negato e sepolto tra le pieghe della storia.

La nonna quando il massacro degli armeni è iniziato era a Trebisonda con i figli, il marito, tornato dalla Romania, venne subito portato via ed ucciso. Lei ed i bambini furono costretti a lasciare la loro casa ed iniziare la terribile marcia nel deserto, senza nulla da mangiare, da bere, senza la possibilità di fermarsi per non essere uccisi. Durante questo calvario Serpouhi dovrà abbandonare uno dei figli, anche se fortunatamente in seguito potrà ritrovarlo. Riuscirà a fuggire ben 2 volte, ma vivrà atroci sofferenze. Questa storia, che è identica a quella di tanti armeni che morirono in quel periodo o che sopravvissero con questa terribile ferita, Anny la narra con i suoi occhi di bambina nel libro, ricordando le narrazioni della nonna e la sua tristezza sempre presente.

Mia nonna d’Armenia di Anny Romand è intervallato da stralci del diario della nonna, così da rendere ancora di più l’idea della disperazione della donna mentre cercava di sopravvivere, ed anche da inseriti fotografici.

Da leggere per conoscere una storia, quella degli Armeni, a lungo insabbiata, dimenticata, che deve essere raccontata anche grazie a libri come questo.

Giovanni
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