Musica per Camaleonti di Truman Capote

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Articolo aggiornato giorno 21 Giugno 2018

Truman Capote (nato a New York nel 1924 e morto a Los Angeles nel 1984), è certamente una delle voci letterarie e giornalistiche più incisive del Novecento, e nel 1980 firma Musica per Camaleonti (edito in Italia nel 1981 da Garzanti Editore).

Musica per Camaleonti: la trama

Proprio come i camaleonti, Capote veste in questo suo ultimo libro (un romanzo breve e alcuni racconti), più di un colore: ora un arguto folletto color del fuoco, che conosce tanto del mondo e che con aria un po’ annoiata snocciola sapidi giudizi su gente parecchio in vista (attori hollywoodiani, intellettuali cosmopoliti), ora si fa grigio reporter che con pazienza infinita ricostruisce una sequenza di eventi raccapriccianti ed enigmatici; ora è il candido osservatore di certi riti della provincia americana (che sa essere certamente cordiale e ospitale), ora il trasparente testimone degli snervanti chiacchiericci della ricca borghesia; ora, infine, il solare evocatore di vicoli e voci della sua New Orleans o il crudo investigatore di un omicida, legato alla gang di Charles Manson e detenuto a San Quintino.

musica per camaleonti retro


Tuttavia il mimetismo dello scrittore è lo strumento necessario perché anche la realtà apparentemente più opaca o muta o piatta, possa luccicare e parlare e svelare i suoi doppifondi. Costruite in gran parte attraverso conversazioni autentiche e registrazioni dal vivo, queste pagine ci consentono di affacciarsi sulla Violenza e sull’Orrore (l’uso delle maiuscole non è fuori luogo), sulla Solitudine e sull’Innocenza dell’America. E difficilmente dimenticheremo gli emblemi estremi di questa realtà: da una parte i serpenti che un assassino ha drogato con anfetamina perché meglio compiano la loro atroce missione di morte, dall’altra l’etero profilo di Marilyn Monroe che sembra fondersi col cielo e svanire pateticamente in un crepuscolo newyorkese.

Concitato o indolente che sia, il chiacchierato Capote ci restituisce sempre la dura superficie delle cose, e spesso anche il loro alone segreto.

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Andrea Camporese
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