Articolo aggiornato giorno 7 Marzo 2016
Lo si ricorda per il famoso quadro “Ragazza con l’orecchino di perla” ma Johannes Vermeer (1632-1675) è stato e per molti aspetti continua ad essere un pittore di cui non si sa molto. A questa lacuna cerca di rispondere questa biografia, che segue la vita del pittore dagli esordi fino alla creazione dei suoi piccoli grandi capolavori, ai momenti di sconforto era sommerso di debiti alla gloria mai riconosciuta.
Vermeer, artista olandese del Seicento, da un lato fu un genio. Un genio nel comprendere l’importanza che anche le normali scene di vita quotidiana potevano rivestire per crearne opere d’arte, si pensi a quadri come “La lattaia”, ma anche gli scorci tra le case e le vedute della città di Delft. Fu un genio nel riuscire a catturare la luce ma anche nel combinare colori come il giallo e il famoso celeste di Delft, un genio che riuscì a creare opere d’arte di piccole dimensioni ma di grande valore.
Dall’altra fu un pittore sempre in bolletta, con sulle spalle una famiglia numerosissima, oltre alla moglie e alla suocera da mantenere, in un tempo in cui anche i colori per le sue tele costavano parecchio. Fu un uomo che creò capolavori ma che in vita non riuscì ad avere successo. A causa dei debiti alcuni quadri dovette venderli lui stesso ed altri furono venduti dalla moglie e dalla suocera dopo la sua prematura morte (anche se superare la quarantina nel Seicento era già di per sé cosa rara). Anche per questo in seguito è stato difficile rintracciare le sue opere, sparite un po’ ovunque (chissà che non ce ne siano altre non ancora ritrovate).
Il libro parla dell’uomo e dell’artista, della passione per l’arte e del disprezzo per la vita quotidiana che gli imponeva sacrifici e sforzi proprio per la mancanza di denaro. In seguito la sua arte divenne nota, apprezzata, conosciuta ovunque, ma Vermeer non ha potuto goderne.
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