Articolo aggiornato giorno 13 Giugno 2024
Voglio sappiate che ci siamo ancora è la storia vera dell’autrice Esther Safran Foer in viaggio per conoscere il suo passato. Il libro è stato pubblicato da Guanda per la collana Narratori della Fenice, si compone di 288 pagine ed è disponibile da marzo.
Voglio sappiate che ci siamo ancora: la recensione
A tanti ebrei è capitato: usciti vivi dall’immane devastazione e dagli orrori indicibili dell’Olocausto e dei campi di sterminio, si sono trovati unici sopravvissuti della loro famiglia. Molte volte a questi sopravvissuti è toccata però la sorte di non sopravvivere al loro senso di colpa, oppure di non parlare mai di cosa avevano vissuto.
Nel libro Esther Safran Foer racconta di essere cresciuta in una famiglia in cui la Shoah era stata una parte della vita di sua madre e di suo padre, ed ancora era in grado di gettare un’ombra sul loro presente. Dell’Olocausto e di ciò che era capitato a milioni di ebrei, e di cos’era capitato a loro non si parlava, ma Esther fin da bambina capiva che qualcosa le era taciuto, che qualcosa di segreto c’era nella sua famiglia.
In Voglio sappiate che ci siamo ancora questo senso di segretezza, di mistero, perseguita Esther anche da adulta, anche quando ha una vita sua, finché decide di saperne di più. In realtà nel libro di Esther Safran Foer tutto parte da una disattenzione della madre della scrittrice, che si lascia sfuggire brandelli del passato del padre di Esther. È così, per caso, che la donna scopre che il padre ha perso una famiglia precedente, una famiglia che esisteva prima di lei e di sua madre, durante la seconda guerra mondiale.
Il libro di Esther Safran Foer narra la ricerca dell’autrice per ricostruire il mosaico della vita precedente del padre, che fa parte anche di lei. Decide di partire per l’Ucraina, per capire dove si era nascosto il padre, chi era la sua prima moglie, chi era la sua bambina e cosa è rimasto, se qualcosa è rimasto, di loro e del loro passaggio su questa Terra.
Un viaggio che le permetterà di scoprire la storia di suo padre prima che lei nascesse, quando l’Olocausto aveva spazzato via la sua precedente esistenza, ed un modo per conoscere e poter non dimenticare le proprie radici e la propria storia.
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